UNA PRESENZA ATTIVA
Con la celebrazione del Corpus Domini, noi oggi celebriamo il fatto che Cristo rimane con noi nell’Eucaristia,
segno della sua Pasqua.
La vita dell’uomo è popolata di presenze. Presenze visibili e vicine, come quella di una madre che veglia sul bimbo che gioca o che riposa. Presenze invisibili, come quella di due persone che si amano, si pensano e s’incontrano al di là della distanza e della lontananza del corpo. Presenze che procurano quiete e soddisfazione, sicurezza, o, al contrario, incombono come una minaccia...
Sul piano dell’esperienza umana profonda, l’uomo fa l’esperienza singolare di una presenza misteriosa e reale che
tocca il centro del suo essere; la presenza creatrice di Dio che ci fa esistere, e che, nella storia, ha assunto, la forma visibile e tangibile di Gesù, rivelatore del mistero del Padre. Dopo l’Ascensione, Egli sottratto alla sensibile esperienza umana, resta fra noi e si dona sotto il segno del pane spezzato e del vino versato; offre il suo Corpo in cibo e il suo Sangue in bevanda di salvezza e di vita. Rimane con noi sino alla fine del mondo.
Oggi, possiamo incontrare Gesù attraverso la «memoria» di lui, soprattutto nell’Eucaristia, memoriale
della sua passione-morte-risurrezione. Ma l’Eucaristia è una
forma di memoria sostanzialmente diversa dalle altre: non
solo richiamiamo l’Evento della salvezza operato da Gesù,
ma lo rendiamo “presente” e operante.
La Chiesa “ricorda” il Signore e fa “memoria” della sua
Pasqua per essere capace di corrispondere al suo dono afferma il papa Benedetto XVI nella Enciclica “Sacramentum
Caritatis”. Il Signore -dice-“ci chiede di corrispondere al suo
dono e di rappresentarlo sacramentalmente” .
“L’Eucaristia pone dentro la creazione in principio di un cambiamento radicale, come una sorta di “fissione nucleare”…
destinata a suscitare un processo di trasformazione della
realtà, il cui termine ultimo sarà la trasfigurazione del mondo intero” (11). Così l’Eucaristia è culmine della vita cristiana.
Nessun commento:
Posta un commento