UN DIO “FAMIGLIA”
La Solennità della Santissima Trinità che oggi celebriamo ci aiuta a dire qualcosa di questo grande Mistero,
forse il più profondo della nostra fede. Esso non è una
qualunque devozione, simile a quella che abbiamo per
alcuni santi, quanto piuttosto una relazione d'amore filiale
che ci spinge, per esempio, ad abbinare il segno
della croce all'invocazione della Trinità . In que sto
modo professiamo i due misteri prin cipali della nostra
fede: unità e trinità di Dio e passione, morte e risurrezione di Gesù.
E’ di questo infatti che si tratta nella celebrazione di oggi: siamo invitati ad accogliere l’Amore di Dio, anzi Dio stesso
che si comunica a ciascun uomo e ciascuna donna come Comunione e Relazione di Amore che trova il suo vertice
nella Pasqua di Gesù il Signore Crocifisso e Risorto.
Innanzitutto la pagina del l'Esodo, una più belle del Primo Testamento, ci offre una solenne professione di fede
dell'antico popolo ebraico nell'unico Dio. Vi si narra del Signore che scende nella nube, si ferma presso il suo servo Mosè e proclama la sua identità, in particolare la sua
misericordia. Dio è sempre disposto a perdo nare.
Egli è «Il Signore, il Signore, Dio misericor dioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà».
Il dialogo tra Gesù e Nicodemo è un vero gioiello
non solo del quarto vangelo, ma di tutta la Rivelazione. Con
un linguaggio semplicissimo, ma vera mente toccante, Gesù
inizia a dire: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio,
l'unigenito». Per dirci che l'amore di Dio supera infinitamente
ogni e spr essio ne o f or ma dell'a mo r e umano. Se fosse stato solo per con dannare, Dio non avrebbe certamente preso alcuna iniziativa di salvezza. Ma egli vuole
la nostra salvezza , la salvezza di ogni uomo e donna di
buona volontà. E’ bello veramente avere un Dio così magnanimo! Viviamo in questa consapevolezza accogliendo l’augurio
di S. Paolo: “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio
e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”.
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