San Michele In Foro: retro.


La parte posteriore della chiesa è costituita dal muro di fondo dei bracci del transetto e dall'abside, l'elemento che orienta la chiesa verso Est, punto cardinale dove sorge il sole, simbolo di Cristo, come se fosse una nave diretta verso un porto che in mare rappresenta la salvezza.
L'abside conclude la parte più importante della chiesa, il presbiterio, dove si trovano la mensa e l'ambone, l'Eucarestia e la Parola.

Mentre all'interno questa area è evidenziata rialzandola con i gradini e ponendola al di là l'arco trionfale che conclude la navata, all'esterno spicca per la sporgenza dell'abside.
La parte bassa della parte posteriore della chiesa è caratterizzata dalla solita serie di arcate cieche rette da colonne su un plinto che corre lungo l'intera chiesa e che, come abbiamo visto, segue lo stile romanico pisano.
Le arcate dell'abside sono decorate con rombi gradonati, come in facciata, che si alternano a delle monofore, per un totale di tre: tre fasci di luce illuminavano quindi il presbiterio con la luce della Santa Trinità.

Una cornice marcapiano la divide dal secondo livello che presenta un muratura liscia per il transetto e una loggetta su colonnine per l'abside con delle statue di leoni che sporgono dall'inserzione degli archi.
La decorazione scultorea è molto sobria e di un classicismo che si può vedere solo nel romanico pisano e lucchese: oculi e palmette a decorare gli archi e le lesene angolari, cornici di foglie di acanto sulle finestre e capitelli corinzi e compositi ad abbellire le colonne.
Questa decorazione che vuole richiamare la classicità non di un tempio pagano ma della Roma dei primi papi, si concentra nei due elementi architettonici più significativi di questo lato della chiesa, l'abside e la porta di accesso alla chiesa, che come per il portale di ingresso in facciata rappresenta Cristo, in una metafora usata da Gesù stesso nel Vangelo di Giovanni in cui dice di essere, appunto, “la porta”.
La decorazione richiama quella del portale principale con tutti elementi classici, come gli stipiti con foglie di acanto e faccine, la cornice sporgente sopra l'architrave con oculi e palmette e la ghiera di foglie di acanto che circonda l'arco decorato con tarsie policrome.

Al centro di tutto c'è l'unico elemento non classico:architrave figurato che riprende la stessa battaglia apocalittica tra il bene e il male rappresentati da animali fantastici che si affrontano in un girale vegetale con fioroni.

Ad unire l'abside e il portale è un'arcata cieca che viene decorata come quelle dell'abside con motivi classici e un rombo gradonato ma con al centro una mattonella con sopra scolpito un grifone che lotta contro una fiera.
Questo animale mitologico metà leone e metà aquila è un simbolo cristologico perché rimanda alle sue due nature: quella umana rappresentata dall'animale terrestre e quella divina rappresentata dall'uccello che abita il cielo.

A contrasto con le murature lisce della chiesa spiccano tre pilastrini con girali di sottili nastrini e foglie scolpite con precisione e con un rilievo netto e accurato che non corrispondono alla coerente decorazione dell'edificio romanico ma erano presenti nella chiesa precedente di inzio XI secolo.
Allo stesso edificio pre-romanico appartengono anche le tre finestre tabernacolari incorniciate da girali di acanto spinoso e morbidi fiori che rimandano a motivi classici ma nelle sfumature del rilievo forse anche a modelli pittorici.
Queste finestre illuminavano la cripta voluta probabilmente dal vescovo Giovanni II e che ospitava le reliquie di S. Davino Armeno poste al di sotto del presbiterio e della mensa come una sorta di basamento della chiesa e testimonianza della sua santità.
Sia i pilastrini che le finestre della cripta sono stati reimpiegati nella ricostruzione romanica voluta da Anselmo da Baggio per mantene il ricordo e testimoniare l'antichità della tradizione cristiana di questa chiesa e della città di Lucca.

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