Care sorelle e cari fratelli,
mi rivolgo a voi che siete le pietre vive di questa chiesa come ci si rivolge a una famiglia. Uno scrittore contemporaneo diceva di Dio, pregando: «Cristo sparpagliato per tutta la terra, Dio vestito di umanità». È a partire da questa immagine che oggi interrogo me, vescovo, e le nostre comunità, rispetto alla Chiesa che stiamo testimoniando. Mi chiedo se riusciamo a incarnare per gli uomini un Dio che «si sparpaglia tra loro», senza mai preservarsi, che sceglie per sé la minorità del quotidiano, del feriale. Interrogo così la nostra Chiesa perché desidero per lei la giovinezza che viene dal Vangelo, quel continuo interrogarsi che ci rende uomini e donne liberi, discepoli di un Dio che è Vivo. Questa attenzione di dettaglio per ogni persona ci viene oggi invocata dalla Storia, perché diveniamo profezia di resurrezione per gli uomini e le donne.
Già nelle Linee pastorali, ho ribadito come la Chiesa di Lucca sempre più desideri descrivere e connotare la sua presenza e il suo senso nel mondo, attorno al verbo «stare». Lì si diceva «stare nel quotidiano con speranza, fondati sulla Parola». Stare con gli uomini. Il Vangelo ci suggerisce proprio i connotati di questo stare profondamente umano e ci sollecita a ripensare la società come una comunità corresponsabile. Questo ci richiama anche ad un cambiamento grande del nostro modo di vedere i poveri e di abbracciarli nelle nostre vite e soprattutto nelle vite delle nostre comunità. È il tentativo di non pensare all’incontro con loro in termini di assistenza, ma di ridefinirlo in termini di accompagnamento.
Si tratta poi di credere che le persone non possono mai essere definite poveri, ma piuttosto, forse, impoverite, ripensando anche il nostro stile di vita in termini di sobrietà e solidarietà. Alla luce di questo richiamo, noi non vogliamo restare indifferenti a quanto si sta verificando per la crisi economica attuale e scegliamo di prendere la parte di quanti subiscono le conseguenze di questa crisi che ha messo in difficoltà molte famiglie italiane e straniere, magari quelle stesse che abitano le nostre strade, che incontriamo ogni mattina, pur non conoscendone il nome, magari senza mai averglielo chiesto.
Attraverso la Caritas diocesana abbiamo creato un fondo proprio per venire in aiuto a queste situazioni. Accanto a questo, abbiamo lanciato un progetto di microcredito per coloro che non potrebbero accedere ai servizi delle banche e rischierebbero, magari, di finire in mano agli strozzini. È una goccia nel mare, ma sta come un «segno» che vuole convertire, cambiare la direzione dei nostri sguardi e aiutarci a rivolgerli in modo sapiente a chi ci è vicino e ci chiede di non lasciarlo da solo. In questa domenica io vi chiedo di contribuire con la vostra generosità ad aumentare i mezzi di questo fondo per venire incontro alle necessità di quanti più possibile e vi chiedo di pregare con me perché la nostra Chiesa sia illuminata per restare fedele a Dio e ai suoi figli.
+Italo Castellani Arcivescovo di Lucca
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