"In cammino" in prima pagina questa settimana.

QUALE VANGELO VIVO E ANNUNCIO?

Un Figlio da accogliere e da amare, un Maestro che chiama a farsi discepoli, una Parola capace di offrire significato e senso al lavoro e alla sofferenza…..
In queste domeniche il Signore Gesù si è offerto a noi come compagno di percorso per l’esistenza di ogni uomo e di ogni donna, appassionato per la vita di ciascuno, Salvatore e Redentore del nostro vivere a volte troppo incerto e tortuoso.
Il Signore Gesù: “Vangelo” per noi.
Se decidiamo di essere suoi discepoli non possiamo fare altro che avere i suoi stessi atteggiamenti, S. Paolo oggi ce lo ricorda con forza. “Guai a me se non predicassi il vangelo!”.
Lo dice per se stesso, ma anche per ciascuno di noi, chiamato a divenire annunciatore di Gesù, “evangelizzatore” come si usa dire, capace di mettere in gioco la propria esistenza perché l’Amore di Dio sia sempre più manifestato e rivelatoMa, domandiamoci, cosa vuol dire predicare il vangelo?
Molto si potrebbe dire a proposito. Intanto è una realtà che riguarda tutti, non solo alcuni, i preti, i religiosi o i missionari come a volte pensiamo; interpella ciascuno di noi in quanto battezzati che vogliamo vivere come discepoli del Cristo.
Predicare il Vangelo significa “mettere a contatto” con Cristo: con le parole e con i fatti della propria vita.
Il “guai a me se non annunzio” dovrebbe risuonare forte nelle nostre comunità cristiane, tante volteimborghesite da buone abitudini religiose, ma lontane dalla conoscenza di Gesù Cristo e della sua Parola.
Fa riflettere un sondaggio recente dove si afferma che la conoscenza del Vangelo per la maggior parte degli italiani è qualcosa di approssimativo e di superficiale.
E se non conosciamo Gesù Cristo e il suo vangelo, come possiamo –da cristiani– parlare di vita o di morte, decidere chi deve vivere e chi deve morire, pronunciarci su ciò che è bene e ciò che è male?
Non rischiamo che il nostro “vangelo” sia la rivista o il quotidiano alla moda?

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