Lettera alla Comunità.

DOMENICA 15 FEBBRAIO 2009:
GIORNATA PARROCCHIALE DEL MALATO


Il tema che è stato proposto per la XVII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO è :

EDUCARE ALLA SALUTE, EDUCARE ALLA VITA.


La famiglia ama e serve la vita anche nel promuovere la cura della salute e nel sostenere la prova della sofferenza.

Scrive a questo proposito il card. D. Tettamanzi Arcivescovo di Milano:

“Tutti siamo consapevoli quanto risulti complesso e faticoso il compito della famiglia nel “sostenere la prova della sofferenza.

La famiglia, quando al suo interno si presenta la malattia, è coinvolta a vari livelli, con notevoli conseguenze sull’ammalato e su ogni componente del nucleo, cambiando le relazioni e modificando abitudini, stili e comportamenti. Alcune famiglie ne escono rafforzate, altre, invece, indebolite o distrutte; quindi, il contesto famigliare, può divenire una potenziale risorsa, ma anche in una complicazione.

Nonostante ciò, la famiglia colpita dalla malattia, se credente, possiede la forza per vivere questa esperienza.

Anche se all’inizio l’ evento è percepito come punizione o come castigo, il supplicare l’intercessione di Dio è fondamentale e fonte di conforto e di speranza.
A volte, è posta in discussione la stessa esistenza di Dio, oppure Egli può apparire lontano e non più il Dio che si riteneva di conoscere: eppure, in questo itinerario buio, Egli può essere riconosciuto e riscoperto donando la capacità dell’accoglienza serena del Suo volere. Infatti, la fede intesa come fiducia ed abbandono, include il senso dell’accettazione e la consapevolezza dell’essere al Suo cospetto importante, unici ed irrepetibili.

Il cristiano è chiamato a riconoscere Dio come Padre, sorgente della vita, che invita l’uomo a rispondere positivamente alle varie situazioni dell’esistenza. In quest’ottica la sofferenza e la malattia non sono più percepite come punizione ma come occasione per utilizzare al meglio le risorse umane, per poter offrire la migliore risposta”.


La Giornata Mondiale del Malato è stata istituita dal papa Giovanni Paolo II nel 1993; si celebra ogni anno l’11 febbraio ed ha un legame particolare con il Santuario di Lourdes.
Dal giorno dell’apparizione a Bernadetta Soubirous, Maria ha “curato” dolori e malattie, restituendo a tanti suoi figli anche la salute del corpo. Prodigi, però, ben più sorprendenti ha operato nell’animo dei credenti, aprendo e trasformando il loro animo all’incontro con Gesù, dando così risposta vera alle attese più profonde del cuore umano.

Noi, sacerdoti incaricati della cura pastorale del Centro Storico, constatiamo, visitando le vostre famiglie, quanto la sofferenza e il dolore alloggino tra le mura domestiche e quanto ci sia bisogno di un supplemento di speranza e di consolazione; da qualche mese ci stiamo adoperando per potenziare un gruppo di volontari formato da Religiose e laici che sia in grado di manifestare in maniera sempre più evidente, il “farsi prossimo” della Comunità parrocchiale alle famiglie che sono provate dalla sofferenza e dal dolore.
Vi è ancora molto cammino da compiere, ma già da ora pos-siamo esprimere il nostro grazie al Signore che rende sollecito il cuore delle persone e le rende simili a Maria che, nell’incontro con Elisabetta, diviene immagine dell’Amore fedele e misericordioso di Dio Padre.

Nel nostro desiderio di esprimere vicinanza e affetto abbiamo ritenuto opportuno di spostare alla domenica la celebrazione della Giornata Mondiale del Malato e di viverla in un luogo emblematico della nostra città: la PIA CASA che ospita circa 70 persone anziane o ammalate, situata in via S. Chiara.

Ecco il programma:

DOMENICA 15 FEBBRAIO 2009 PRESSO LA PIA CASA IN VIA S. CHIARA:

ORE 15,45: ACCOGLIENZA

ORE 16,00: CELEBRAZIONE DELLA S. MESSA
SEGUITA DA UN MOMENTO DI FRATERNITA’ E DI AMICIZIA

TUTTI COLORO CHE NE HANNO POSSIBILITA’ SONO INVITATI A PARTECIPARE
INSIEME AI LORO FAMILIARI.

Vogliamo già fin da ora esprimere gratitudine a coloro che hanno reso possibile questo momento di incontro: innanzitutto i responsabili, il personale e gli educatori della Pia Casa che si sono mostrati sensibili all’iniziativa. Neanche possiamo dimenticare il Gruppo parrocchiale degli Animatori della Carità formato da religiose di diversi Istituti e da volontari e volontarie laiche; la loro disponibilità unita all’intraprendenza ci ha permesso di focalizzare, anche se in modo ancora incerto e incompleto, la nostra attenzione sugli anziani, gli ammalati, i sofferenti che sono una parte importante della nostra Comunità. GRAZIE!


don Agostino
don Claudio
don Lucio

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