LA LITE E IL DIFENSORE
Ci avviamo alla conclusione e del Tempo Pasquale e l’Evangelo odierno ci annuncia Colui che sta accanto a noi e ci sostiene nella lotta della vita: lo Spirito Santo.
Dice infatti Gesù: “Il Padre vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre”.
Fermiamoci un poco su questa parola “paraclito” che è usata solo nel vangelo di Giovanni. Etimologicamente vuol dire «chiamato a fianco» (in latino ad-vocatus); è colui che, nel corso di una controversia, è convocato per essere aiuto, sostegno, intercessione e difesa. Qualcosa, dunque, di simile a un avvocato difensore. Non per nulla in queste pagine evangeliche abbondano termini "giuridici" come testimonianza, giudizio, giustizia, condanna e così via.
«Vi darà un altro Paraclito» dice Gesù. (Gv 14,16). Ce n'era dunque già stato uno: il Figlio stesso, intercessore perfetto presso il Padre: «Figlioli miei - afferma Giovanni nella sua prima lettera -, io vi scrivo queste cose perché non pecchiate. Ma se qualcuno pecca, noi abbiamo un Paraclito (intercessore) presso il Padre, Gesù Cristo, il giusto» (Gv 2,1-2). Gesù Cristo interviene a favore di chi pecca: ciò rappresenta un frutto del suo essere venuto nel mondo; è il segno completo dell'amore del Padre. Per fragilità o disobbedienza pecchiamo, ma l'eventuale peccato di chi crede non conduce alla morte; ci si può sempre appellare al Figlio venuto nel mondo per custodire chi crede in lui (cf. 1Gv 5,16.19) e per guidarlo verso Colui che è il vero Dio ( Gv 5,20).
Così possiamo recuperare e fortificare la vita in Comunione con Dio.
Lo Spirito Santo sostiene l’opera di Gesù e ripropone nella vita cristiana l'antico dramma di Giobbe in cui, come in una specie di tribu nale, si fronteggiano il giusto sofferente e umiliato, l'avversario (il Satan, cf. Gb 1,9) e Dio. Viviamo nella lotta e non basta ricorrere ad una misericordia generalizzata in cui si accantona il senso del peccato. L’annuncio di Gesù riguardo al Paraclito ci ricorda che solo prendendo sul serio il peccato, ricordando il “caro prezzo” del riscatto, si può celebrare compiuta mente la forza della misericordia.
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Ci avviamo alla conclusione e del Tempo Pasquale e l’Evangelo odierno ci annuncia Colui che sta accanto a noi e ci sostiene nella lotta della vita: lo Spirito Santo.
Dice infatti Gesù: “Il Padre vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre”.
Fermiamoci un poco su questa parola “paraclito” che è usata solo nel vangelo di Giovanni. Etimologicamente vuol dire «chiamato a fianco» (in latino ad-vocatus); è colui che, nel corso di una controversia, è convocato per essere aiuto, sostegno, intercessione e difesa. Qualcosa, dunque, di simile a un avvocato difensore. Non per nulla in queste pagine evangeliche abbondano termini "giuridici" come testimonianza, giudizio, giustizia, condanna e così via.
«Vi darà un altro Paraclito» dice Gesù. (Gv 14,16). Ce n'era dunque già stato uno: il Figlio stesso, intercessore perfetto presso il Padre: «Figlioli miei - afferma Giovanni nella sua prima lettera -, io vi scrivo queste cose perché non pecchiate. Ma se qualcuno pecca, noi abbiamo un Paraclito (intercessore) presso il Padre, Gesù Cristo, il giusto» (Gv 2,1-2). Gesù Cristo interviene a favore di chi pecca: ciò rappresenta un frutto del suo essere venuto nel mondo; è il segno completo dell'amore del Padre. Per fragilità o disobbedienza pecchiamo, ma l'eventuale peccato di chi crede non conduce alla morte; ci si può sempre appellare al Figlio venuto nel mondo per custodire chi crede in lui (cf. 1Gv 5,16.19) e per guidarlo verso Colui che è il vero Dio ( Gv 5,20).
Così possiamo recuperare e fortificare la vita in Comunione con Dio.
Lo Spirito Santo sostiene l’opera di Gesù e ripropone nella vita cristiana l'antico dramma di Giobbe in cui, come in una specie di tribu nale, si fronteggiano il giusto sofferente e umiliato, l'avversario (il Satan, cf. Gb 1,9) e Dio. Viviamo nella lotta e non basta ricorrere ad una misericordia generalizzata in cui si accantona il senso del peccato. L’annuncio di Gesù riguardo al Paraclito ci ricorda che solo prendendo sul serio il peccato, ricordando il “caro prezzo” del riscatto, si può celebrare compiuta mente la forza della misericordia.
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