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MOSTRACI IL PADRE


L’evangelista Giovanni constata con chiarezza che «nessuno ha mai visto Dio». L’umanità può cercare Dio solo a tentoni e con il grave rischio di sbagliare il suo obietti vo se non si lascia guidare da Gesù, il Figlio; accogliendo Lui nella fede entriamo anche nella comunione con il Padre, Dio. Gesù, con la sua Morte e Risurrezione, diviene il luogo della manifestazione del Padre: «Chi ha visto me ha visto il Pa dre» (Gv 14,9). Chi vede il Figlio vede il volto di Dio, rivolto verso il mondo, con amore.

Per rendere evidente questa realtà Gesù annuncia il Regno di Dio, cioè la presenza operante di Dio nella storia e ricorre ad una serie di espressioni caratterizzate dalla locu zione «io sono»: «Io sono il pane disceso dal cielo» (Gv 6,38), «Io sono la luce del mondo» (Gv 8,12), «Io sono la porta» (Gv 10,9), «Io sono il buon pastore» (Gv 10,11.14). Il brano evangelico di oggi sembra riassumere tutte queste immagini e ce le compendia in questa frase: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Io sono — ci dice Gesù – colui che, attraverso la vicenda pasquale, realizza piena mente l'opera del Padre e permette la comunicazione e la ri velazione di Dio con gli uomini e le donne di tutti i tempi.

L'«io sono» di Gesù è quello di chi, attraverso l'obbe dienza e le opere, rivela il Padre da cui non si separa per correndo una via che, nel dono di se stesso conduce e comu nica Vita. Per questo “Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.

Perciò, “la prima motivazione per evangelizzare è l’a more di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più” (EG 264). Continua il papa: occorre “coltivare uno spazio inte riore che conferisca senso cristiano all’impegno e all’attività. Senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stan chezza e le difficoltà, e il fervore si spegne” (EG 262). Sapre mo comunicare questo ai nostri bambini e ai nostri giovani?

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