"In cammino" in prima pagina questa settimana."


UNA PORTA APERTA SULLA VITA

 “Io sono la porta delle pecore….io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. E’ un’immagine, quella che Gesù ci dona in questa quarta domenica di Pasqua, che non è tanto consueta per noi. Siamo abituati all’immagine del “buon pastore”, meno all’immagine della porta.

Riflettiamo: Gesù è porta perché la vita passa attraverso la sua morte. Le pecore (ciascuno di noi) che seguono il pastore devono essere ben consapevoli di cosa significa passare attraverso quella porta: esse lo seguono in virtù della fede pasquale. Tale fede non è qualcosa di teorico, ma si concretizza nelle varie situazioni di ogni giorno: seguire il pastore, perciò, significa essere beneficiati di  un dono senza pari e, per questo,  conformarsi al suo modo di agire.
Tutti noi conosciamo l'immagine del "bel" (così dice il testo greco ) pastore che è una delle più antiche del­l'iconografia cristiana. La pecorella sta sulle spalle del pastore; proprio in virtù di quel contatto pelle a pelle è chiamata ad adot tarne lo stile di vita, a vivere questa parola: «non c'è amore più  grande di chi dà la vita per i propri amici» (Gv 15,13). Il grano muore per dare molto frutto (Gv 12,23 - 24).

Per questo l’evangelista aggiunge «in abbondanza»  al termine "vita":  non si tratta solo di vivere, ma di
vivere in un determinato modo, quello appunto  che accetta di morire per dare frutto e in ciò affermare di nuovo la vita.

Papa Francesco ha reso famosa l'espressione  che i pastori devono impregnarsi dell'odore  delle pecore; giusto, ma, ancor prima di ciò, sono le pecore che devono  impregnarsi dell'odore del «buon pastore».  Una via che vale per tutti i credenti perché t utti sono portati sulle spalle del vero e "bel" pastore. Per dirlo con le parole del papa: “Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza
e ci lanci a comunicare la sua nuova vita! ..E’ urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza,
che aiuta a condurre una vita nuova”. (Evangelii Gaudium 264)

Share |

Nessun commento:

Posta un commento