"In cammino" in prima pagina questa settimana."

UNO SGUARDO DALL’ALTO

Oggi ci viene chiesto di inoltrarci con Gesù e i suoi di scepoli, presi e condotti in disparte, “su un alto monte”. Siamo così invitati a sperimentare la quaresima come ascen sione, lasciando a valle ciò che ci lega alla vita di sempre per intraprendere la salita faticosa verso l'altura pasquale. Con questa immagine nel cuore comprendiamo meglio le "privazioni" quaresimali: perché non si sale bene in alta quota, se si è sovraccarichi e se non è stata scelta l'attrezzatura giusta. Man mano che si sale, poi, in una giornata luminosa, l'aria si fa tersa, il sole accecante, la luce abbacina soprattutto se ci si avvicina alle altezze - sempre più in su - delle nevi perenni. Qualcosa di simile hanno potuto vedere i discepoli che hanno seguito Gesù fino alla vetta: il volto brillante come il sole, il biancore luminoso delle sue vesti (cf. Mt 17,2­3), l'ebbrezza di stare in cima al mondo…

Così è la quaresima: ci offre il suo aspetto di avventura dello spirito, di ascensione appassionante, che fa passare in secondo piano la fatica del percorso. Le voci si fanno più chiare e distinte, non ci sono più le ambiguità del deserto: percepiamo la gioia del discepolo al quale si dischiude tutta la bellezza, di solito velata, che splende sul volto del Maestro; ascoltiamo la Voce che dalla nube lo conferma e lo addita come oggetto del compiacimento del Padre e Parola offerta all'ascolto dei discepoli e dell'umanità tutta; Gesù stesso, infine, congiunge la forza della rivelazione («Non temete!») con il tocco umano e incoraggiante, , fa rialzare i discepoli tra mortiti dalla chiarezza luminosa della Parola.

Oggi ricordiamo anche che nel luogo montano Matteo ha raccolto alcuni snodi decisivi del suo racconto. Dalla montagna che ha dato il nome al primo grande discorso di Gesù (5,ss) al monte della preghiera e del pane moltiplicato (cf. 15,29), e a quello della trasfigurazione fino al luogo dell'ultimo incontro del Risorto con i discepoli (cf. 28,16), l'in dicazione è sicura: il “salire” è cosa che vale la pena intraprendere, per incontrarvi il Dio-con-noi e ascoltarne la voce attraverso la quale Dio continua a parlare agli uomini.


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