Domenica 31.01.10 viene caratterizzat1 dalla celebrazione di una particolare giornata: la Giornata Mondiale dei malati di Lebbra.
I malati di lebbra sono ancora nel nostro mondo, sparsi soprattutto là dove c'è miseria e sottosviluppo.
La parola lebbra fa ancora impressione e suscita sentimenti diversi:
• incredulità (esiste ancora questa malattia?)
• paura,
• ripugnanza,
• indifferenza (esistono malattie ben più gravi.......)
• distaccata compassione.
Per questi motivi, la lebbra oltre che un problema sanitario, è anche un grave problema sociale; spesso il malato, una volta guarito, resta “lebbroso”, viene considerato diverso e socialmente emarginato.
L’iniziativa odierna vuol porre all'attenzione di tutti il fatto che la lebbra non è una maledizione, ma può essere curata e può essere vinta.
La GML è stata istituita da Raoul Follereau, giornalista e scrittore francese , vissuto nel secolo scorso, che volle con questa giornata dare voce a chi voce non ha, per invitare la gente ad occuparsi di chi soffre di un male, come la lebbra, che colpisce solo chi già è vittima di povertà, emarginazione sociale e negazione dei diritti fondamentali.
In Italia, la giornata, è promossa dall’Aifo, Associazione di Volontariato Internazionale che attua, in varie zone del sud del mondo, specifici programmi di intervento sociale e sanitario, focalizzando la sua azione su la riabilitazione fisica, mentale e sociale di persone con handicap; su l’infanzia; su l’emergenza e su la malattia della Lebbra e la sanità di base.
A Lucca, dal 1970 c’è Il Rigagnolo” che come gruppo locale Aifo in collaborazione con la Diocesi celebra la giornata.
Prima di ritornare alle vostre case e alla vostra quotidianità vi invito a fermarvi al tavolo Aifo dove troverete barattolini di miele -il miele della solidarietà- , libri, pieghevoli e materiale informativo che potete prendere dietro un vostro libero contributo.
Quanto verrà raccolto sarà destinato ai Progetti che Aifo ha in India, il Paese, nel mondo, che registra il più alto numero di nuovi casi di lebbra ogni anno.
Grazie per avermi ascoltato e per l’accoglienza.
“Ammalarsi è triste, ma non avere possibilità di curarsi, per mancanza di risorse, è drammatico”
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