LA GIOIA DEL SEGUIRE CRISTO
In questa domenica celebriamo la Giornata Mondiale della Gioventù, un incontro internazionale di spiritualità e cultura promosso dai giovani cattolici e sostenuto dalla Chiesa cattolica su iniziativa del Papa. Tali incontri ebbero inizio nel 1985 per intuizione di Giovanni Paolo II, il quale tuttavia non si considerò mai il fondatore delle GMG, piuttosto affermava: «i giovani le hanno create».
Quest’anno, la Giornata è stata celebrata nelle Diocesi. ed un nutrito gruppo di adolescenti e giovani della nostra comunità si è unito, a Viareggio, sabato 31 marzo, agli altri giovani della diocesi. ll tema della Giornata Mondiale della Gioventù è ripreso da S. Paolo che così esorta gli abitanti di Filippi: «Siate sempre lieti nel Signore!» (4,4). La gioia, in effetti, è un elemento centrale dell’esperienza cristiana: ma cosa vuol dire “vivere nella gioia?”
A questo interrogativo risponde il papa Benedetto nel suo Messaggio; innanzitutto scrive: “La gioia cristiana nasce dal sapere di essere amati da un Dio che si è fatto uomo, ha dato la sua vita per noi e ha sconfitto il male e la morte; ed è vivere di amore per lui. Santa Teresa di Gesù Bambino, giovane carmelitana, scriveva: «Gesù, è amarti la mia gioia!»
E continua: “Cari amici, la gioia è intimamente legata all’amore. Pensando ai vari ambiti della vostra vita, vorrei dirvi che amare significa costanza, fedeltà, tener fede agli impegni. E questo, in primo luogo, nelle amicizie: i nostri amici si aspettano che siamo sinceri, leali, fedeli, perché il vero amore è perseverante anche e soprattutto nelle difficoltà. Per entrare nella gioia dell’amore, siamo chiamati anche ad essere generosi, a non accontentarci di dare il minimo, ma ad impegnarci a fondo nella vita, con un’attenzione particolare per i più bisognosi.
Infine: “Non posso non menzionare una gioia speciale: quella che si prova rispondendo alla vocazione di donare tutta la propria vita al Signore. Non abbiate paura della chiamata di Cristo alla vita religiosa, monastica, missionaria o al sacerdozio”.
Un esercizio, questo, da vivere ogni giorno.
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