Nelle ultime settimane si sono presentate ai nostri occhi numerose immagini di nubifragi, devastazioni e morti. Sono realtà che inducono pensare alla necessità di una manutenzione (dei paesi, delle case, dei territori) sia ordinaria che straordinaria; una necessità importante, ma troppo spesso trascurata perché non produce “visibilità”. Si spende troppo per rinsaldare le radici, per operare su ciò che non è immediatamente “conteggiabile” o spendibile per la propria immagine. Ma, in conseguenza a questo, avvengono i disastri.
Tutto questo si presta bene ad essere letto in chiave spirituale, proprio all’inizio del Tempo liturgico dell’Avvento.
“Attendiamo il Signore”, ci viene annunciato; ma noi, schiacciati dalla mentalità del “tutto e subito”, trascuriamo i tempi incerti dell’attesa e voltiamo le spalle alla sfida posta dal lungo termine. Dimentichiamo l’eternità per frammentarci sul presente.
Qualcuno ha scritto che oggi, come cristiani, si va verso la “perdita della visione unitaria del tempo: si privilegia di conseguenza il quotidiano, anzi “il momento”. Oppure si vivono le scelte fondamentali della fede come “momenti straordinari” (Xeres S.– Campanini G. Manca il respiro)
Il tempo dell’Avvento ci riconduce alla dimensione dell’attesa e quindi alla “manutenzione ordinaria” della vita, sia personale che comunitaria. Lo sguardo al futuro ci impedisce di fissarci in modo troppo fisso sul presente o di irrigidirci sulle tradizioni del passato.
- “Manutenzione ordinaria” è dunque riconoscere i doni che il Signore continuamente offre alla sua Chiesa; in primo luogo la sua Parola e i Sacramenti in particolare l’Eucaristia e la Penitenza). Sono azioni poco appariscenti, ma che operano il “lavoro silenzioso di Dio” come affermava J.H. Newman.
- “Manutenzione ordinaria” è anche far credito ad un Dio “affidabile”, degno di fede, ma che agisce in silenzio e su tempi lunghi. E’ questo l’ottimismo che viene dalla fede.
- “Manutenzione ordinaria” è pure il discernimento paziente di quanto sta avvenendo in noi e accanto a noi.
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