"In cammino" in prima pagina questa settimana.

UNA PREGHIERA INCESSANTE

Pregare sempre.
Con la parabola del giudice e della vedova, Gesù invita alla preghiera perseverante, mettendoci in contatto
con Dio e presentando a Lui, con fiducia, le nostre invocazioni. E soprattutto, Gesù ci dice il motivo per cui
dobbiamo essere perseveranti come quella donna. Infatti, se persino un uomo ingiusto ascolta ed esaudisce una supplica incessante e giusta, a maggior ragione Dio ascolterà e salverà chi lo invoca «giorno e notte», con
perseveranza.
Però, la preghiera non è una fra le tante cose che un cristiano è chiamato a fare lungo la sua vita: essa è
l'anima della vita cristiana, il centro della nostra esistenza, il gesto più significativo della nostra identità di
figli di Dio e discepoli di Cristo. Per questo motivo Gesù ci chiede di «pregare sempre» con una continua preghiera di domanda, una continua supplica, una continua invocazione a Dio. Gesù ci invita a pregare come quella donna, senza temere di disturbare Dio; senza pensare che questa continua invocazione diminuisca la nostra dignità di persone umane, quasi come se fossimo dei mendicanti. E, quando non si ha nulla da chiedere per sé, siamo comunque invitati ad aprire i nostri occhi e il nostro cuore, e a pregare per gli altri: per coloro che vivono in condizioni difficili, per coloro con i quali non andiamo d'accordo, per coloro che non vogliono o non riescono più a pregare.

Pregare senza stancarsi.
Gesù, poi, ci invita a «pregare senza stancarsi».
Ciò che convince Dio, però, non sono tanto le nostre parole ma è la tenacia della nostra supplica che, anche
quando è silenziosa, manifesta la nostra fede. Inoltre, pregare con perseveranza, senza stancarsi, significa
affidarsi a Dio non tanto perché è un Signore onnipotente, che tutto può, ma perché è un Padre buono,
misericordioso, sensibile al grido dei suoi figli.

Nessun commento:

Posta un commento