Questa scultura è stata realizzata tra il 1440 e il 1460 in terracotta invetriata, una tecnica che prevedeva il modellamento dell'argilla nella forma desiderata per poi rivestirla con uno smalto di ossido di stagno e ossido di piombo unito a sabbie silicee che vetrificavano una volta cotta nel forno, donando alla statua resistenza e l'effetto lucido. L'autore di questa Madonna con Bambino è proprio l'inventore di questa tecnica, Luca della Robbia, uno dei più importanti artisti del Rinascimento fiorentino: nato a Firenze intorno al 1400 in una famiglia di tintori, da giovanissimo apprese l'arte orafa per poi abbandonarla per la scultura. Lavorò a Firenze in particolare in S. Maria Del Fiore insieme ai più importanti artisti della corte medicea come Ghiberti, Donatello, Leon Battista Alberti e Brunelleschi. L'interesse per le sculture in terracotta dell'antichità lo convinse a sperimentare un modo per renderle resistenti alle intemperie e lo portò all'invenzione dell'invetriatura con cui rivestirle, che lo rese tanto celebre da costringerlo a instaurare una bottega e a dedicarsi solo alla realizzazione di queste terrecotte, che da lui presero anche il nome di “robbiane”.
In questa scultura la Madonna è ritratta come una giovanissima madre dell'epoca: sotto il velo i capelli sono acconciati, secondo la moda così come i vestiti che indossa, una veste stretta sotto il seno da una cintura, il mantello drappeggiato sulle braccia che scopre la manica stretta al polso. L'artista realizza con un'abilità straordinaria le pieghe dei vestiti riuscendo ad evidenziare il corpo della donna e a rendere la consistenza dei vestiti reali, come potevano essere addosso ad una sua contemporanea.
L'espressione del volto, molto elegante e aristocratica è in realtà pensierosa: Maria è sempre intenta a meditare sul piano di salvezza; infatti quando i pastori vengono a rendere omaggio a Gesù Bambino l'evangelista Luca ci dice che “Maria serbava tutte queste cose meditandole nel cuore suo”. Il volto di Maria è rivolto verso di noi come per coinvolgerci nel mistero dell'incarnazione.
Gesù è ritratto in una posa estremamente dinamica e rivolta verso l'osservatore come se volesse saltare via da Maria e venirci incontro. Il gesto della mano è quello della benedizione, che è il segno della presenza di Dio: infatti, “bene dire” una persona vuol dire invocare la presenza di Dio su di essa. Luca ci narra che Gesù ascende al cielo proprio mentre benedice i suoi, come a sottolineare che lui sarà sempre con loro. Luca della Robbia, espressione di un '”Umanesimo” che mette l'uomo al centro della filosofia e dell'arte e che lascia il segno anche in una spiritualità vivace che nel '400 è sempre sempre più attenta all'umanità di Maria. Con l'espressione pensierosa del volto di Maria e la posa di Gesù presenta all'osservatore una donna che accetta il piano di salvezza di Dio e offre il suo figlio al mondo, un figlio Verbo di Dio che viene incontro all'umanità incarnandosi e benedicendola con la sua parola che è Salvezza.
(Francesco Niccoli)
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