San Michele In Foro: S. Caterina d'Alessandria
Questo quadro, realizzato da Antonio Franchi, detto “Il Lucchese”, nella seconda metà del XVII secolo raffigura S. Caterina d'Alessandria, la cui festa si celebra il 25 novembre. Il pittore, che lavorò per importanti famiglie come i Buonvisi e gli Strozzi, nacque a Villa Basilica nel 1634 e dopo essere cresciuto artisticamente a Lucca si trasferì a Firenze dove, grazie alla sua abilità che spaziava dal barocco romano al classicismo con influssi veneziani, divenne il ritrattista ufficiale della corte medicea; fu anche un uomo di grande cultura con interessi che spaziavano dalla filosofia alla matematica fino alla meccanica e alla fisica, praticata seguendo il metodo di ricerca di Galileo.
S. Caterina viene qui ritratta come una giovane fanciulla di ottima famiglia, con indosso un bell'abito e in capo una corona a impreziosirne l'acconciatura; il viso è molto individualizzato, come se fosse il ritratto di una dama contemporanea in carne e ossa. La figura, in piedi accanto ad un angelo, che tiene in mano un giglio simbolo di verginità, è avvolta da un mantello giallo che ricade in ampie pieghe di gusto classico. La giovane in mano reca i suoi attributi, la palma del martirio e un frammento di ruota dentata: Caterina era infatti una bellissima ragazza cristiana, secondo la leggenda figlia di un re e istruita fin da giovane nelle arti liberali, vissuta ad Alessandria d'Egitto alla fine del III secolo.
Durante le celebrazione per un imperatore romano, probabilmente Massimino Daia, le fu chiesto di offrire sacrifici, ma lei rifiutò e chiese all'imperatore di riconoscere Cristo come salvatore; egli, però, colpito dalla sua bellezza chiamo i migliori retori della città per convincerla a compiere i sacrifici e a sposarlo. Fu però Caterina a convertire miracolosamente tutti i retori, per questo condannati a morte insieme a lei: la donna fu mandata al supplizio della ruota dentata che però si ruppe, costringendo l'imperatore a farla decapitare.
La Santa non è posta al centro della composizione, ma spostata di lato per far posto, non tanto all'angelo, ma alla luce dorata, simbolo di Dio, che si trova così protagonista insieme a lei del quadro. Dalla luce e dal suo sapiente utilizzo, dipendono la varietà dei colori: l'incarnato del volto di Caterina è reso pallido dalla luce dorata, mentre i piedi e l'angelo, in parte coperti dalle nubi, sfoggiano molteplici toni di rosa, così come sono tantissime le sfumature di grigio delle nubi. Lo sfondo con le nubi e la luce divina vuole annullare le pareti della chiesa e aprire uno squarcio sul paradiso dal quale si affaccia la Santa per mettersi in posa davanti all'artista.
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