VIENE, MA NON E’ QUI
“La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre
erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli
per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse
loro: «Pace a voi!»”. Inizia così il brano evangelico di oggi:
con il Signore che “viene”, si fa incontro ai suoi e li libera
dai loro condizionamenti, apre i loro “sepolcri”, li invia ad annunciare il Vangelo. E “otto giorni dopo i discepoli erano di
nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù,
a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!»”.
Questo è il modo che Gesù sceglie: entra nella nostra
vita perché noi ci lasciamo incantare dalle “sorprese” di
Dio. Pensi che tutto sia finito con la morte e poi ti accorgi
che la pietra “benché molto grande” (Mc 16,4), è stata ribaltata via dal sepolcro; sembra che la vita sia tutta un fallimento e dalla “tomba” scaturisce un nuovo inizio; non ci si accorge di Lui, ma in realtà il Signore ci ha accompagnato per un
lungo tratto di strada e parla al nostro cuore come ha parlato
ai discepoli di Emmaus (Lc 24). Lui, il Cristo risorto non si lascia fermare dalle tue porte chiuse, ma le spalanca con il soffio del suo Spirito; nonostante il tuo fallimento riempie le tue
“reti vuote” pur richiamando i tuoi tradimenti (Gv 21); guardi
al tuo piccolo progetto di vita e Lui ti affida il compito di essergli “testimone” (Atti 1,8-9).
“Non è qui”: questo è pure l’annuncio della Risurrezione. Le donne desiderano custodire il corpo del Maestro “imbal
-samandolo” dentro una tomba, ma sono inviate ad annunciare la Vita Nuova. Ma allora: se il Risorto “non è qui” neppure
il discepolo può essere “qui”, bloccato cioè sui propri timori o
sui propri calcoli a corto raggio. La tomba vuota non il luogo
di mesti pellegrinaggi e tristi rimpianti; non è punto di arrivo,
ma di partenza. “Andate… Dite ai suoi discepoli e a Pietro…”
Le nostre comunità spesso sono ammalate “per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze” o
tristi nei loro rimpianti: solo Gesù può attirarci a Sé, e rimetterci in piedi, in cammino. Per ascoltare le speranze dell’uomo
di oggi e a dilatarle secondo il progetto di Dio, offrendo Vita.
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