Per la riflessione in questa Domenica di Risurrezione propo
niamo uno stralcio dell’omelia che il Servo di Dio Mons. Enrico Bartoletti Arcivescovo, ha proposto alla nostra Chiesa il giorno di Pasqua, in Cattedrale, il 6 aprile 1969. Sono trascorsi 45 anni: eppure
la loro attualità non si è esaurita.
“Alle donne che cercavano, con immutato amore e 
con dolorante   pietà, la tomba del Signore crocifisso, fu 
dato il primo  annuncio della risurrezione: «  È risorto, 
non è qui.  Ecco il  luogo dove l'avevano deposto » (Mt 
28,6). Ed oggi, giorno di Pasqua, come ogni giorno nella 
vita del cristiano, noi ascoltiamo di nuovo la loro trepidante voce e ci accostiamo,  con la Chiesa tutta, a percepirne e riviverne l'esaltante mistero. Certo, la prima indispensabile condizione per ritrovare il  Cristo risorto e partecipare alla gioia della sua risurrezione è  per noi, come per
le donne del Vangelo, quella di  cercarlo crocifisso.
Il Cristo crocifisso, dobbiamo  cercarlo e scoprirlo dentro  di noi, nei nostri peccati,  nelle nostre miserie e infedeltà, per  detestarle e per piangerle, per 
spezzarle e distruggerle ai piedi  della croce del Signore.
Ma dobbiamo anche cercarlo nell'umiltà dei nostri 
giorni; nella fatica del nostro camminare e vivere; nel 
quotidiano fardello del nostro soffrire e morire. Soprattutto dobbiamo  cercarlo nel volto sofferente e umiliato dei nostri fratelli;  dobbiamo trovarlo, senza 
scandalizzarci o stracciarci le vesti, nella umiliazione e 
nella passione della Chiesa sua, oggi, come mai, turbata 
e offesa, da noi, figli suoi. No: la gioia di Pasqua non è una
evasione effimera dal reale, non è una alienazione. È invece una lettura di speranza e di  fede , di tutta la nostra vita e della vita della Chiesa: per interpretarla e accettarla; per offrirla e viverla, sotto il segno salvifico della
croce di Cristo. Nessuno è più impegnato del cristiano: perché vivendo fra gli uomini e per gli uomini, e 
partecipandone le angosce e le speranze  , sa di addossarsi la croce di Cristo e di adempiere in sé quello che 
manca alla passione del suo Signore.
 
 
 
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