DALLA CONVERSIONE, L’UNITA’
Nella settimana che va dal 17 al 25 gennaio è ormai consuetudine che si celebri l'Ottavario di Preghiera
per l'Unità dei cristiani. E’ il tempo che riporta la Chiesa a confrontarsi con Gesù il Cristo il quale, alla vigilia della sua passione, pregò il Padre perché «tutti siano una cosa sola come noi» (Gv 17). Infatti il modello dell'unità e della comunione nella Chiesa è la Trinità, in un dinamismo continuo che fa spa zio alla diversità e all'unicità dell'altro senza mai soffrire e far soffrire il dono della differenza.
La ricerca della comunione piena tra i cristiani era uno degli obbiettivi del papa Giovanni XXIII al momento dell’indizione del Concilio Vaticano II. Quando egli invitò alcuni rappresentanti di altre Chie se a partecipare – in veste di osservatori – ai lavori del Concilio fece un passo desiderato e preparato nel cuore di molti discepoli di Cristo da molto tempo. Da varie parti del mondo, infatti, si levava il desiderio di ritrovare la comu nione tra le Chiese segnate, nel corso dei secoli, da varie ferite dovute talora più a difficoltà di comprensione reciproca che non a divergenze essenziali.
L'Ottavario di Preghiera per l'Unità dei cristia ni si concretizzò all'inizio del XX secolo. Una sua profonda evoluzione è dovuta all'abate francese Paul-Irénée Couturier (1881-1953), che è considerato «il padre dell'ecumenismo spirituale». La sua opera fu di orientare la preghiera non a «ritorno a Roma», ma alla richiesta di riconciliazione reciproca tra tutti i battezzati nella fede cristiana, per camminare verso l'unità «che Dio vorrà, con i mezzi che egli vorrà». Il concilio Vaticano II ha radica lizzato questo medesimo modo di sentire e di desiderare il dono dell'unità come cammino di interiore e reciproca conversione a Cristo e a
suo vangelo.
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Nella settimana che va dal 17 al 25 gennaio è ormai consuetudine che si celebri l'Ottavario di Preghiera
per l'Unità dei cristiani. E’ il tempo che riporta la Chiesa a confrontarsi con Gesù il Cristo il quale, alla vigilia della sua passione, pregò il Padre perché «tutti siano una cosa sola come noi» (Gv 17). Infatti il modello dell'unità e della comunione nella Chiesa è la Trinità, in un dinamismo continuo che fa spa zio alla diversità e all'unicità dell'altro senza mai soffrire e far soffrire il dono della differenza.
La ricerca della comunione piena tra i cristiani era uno degli obbiettivi del papa Giovanni XXIII al momento dell’indizione del Concilio Vaticano II. Quando egli invitò alcuni rappresentanti di altre Chie se a partecipare – in veste di osservatori – ai lavori del Concilio fece un passo desiderato e preparato nel cuore di molti discepoli di Cristo da molto tempo. Da varie parti del mondo, infatti, si levava il desiderio di ritrovare la comu nione tra le Chiese segnate, nel corso dei secoli, da varie ferite dovute talora più a difficoltà di comprensione reciproca che non a divergenze essenziali.
L'Ottavario di Preghiera per l'Unità dei cristia ni si concretizzò all'inizio del XX secolo. Una sua profonda evoluzione è dovuta all'abate francese Paul-Irénée Couturier (1881-1953), che è considerato «il padre dell'ecumenismo spirituale». La sua opera fu di orientare la preghiera non a «ritorno a Roma», ma alla richiesta di riconciliazione reciproca tra tutti i battezzati nella fede cristiana, per camminare verso l'unità «che Dio vorrà, con i mezzi che egli vorrà». Il concilio Vaticano II ha radica lizzato questo medesimo modo di sentire e di desiderare il dono dell'unità come cammino di interiore e reciproca conversione a Cristo e a
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