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PELLEGRINAGGIO DI FEDE E DI SPERANZA

Sempre più frequentemente, per le strade, ci incontriamo con persone di etnia, cultura e religione diversa. Se poniamo attenzione ci rendiamo conto che spesso viviamo le celebrazioni liturgiche assieme a fratelli e sorelle di altre nazionalità e che professano la nostra stessa fede. Non ce ne accorgiamo quasi, ma al sabato e alla domenica, alcune chiese risuonano di canti, gesti e riti diversi dai nostri. Conta più di mille persone la comunità dello Sri Lanka che si ritrova a celebrare in S. Maria Bianca; sono un centinaio i Filippini che ce-
lebrano nella chiesa di S. Andrea, qualche decina gli Ucraini in S. Pierino, mentre i polacchi hanno come punto di riferimento la parrocchia di S. Antonio a Viareggio il cui parroco è di origine polacca. Oltre naturalmente la comunità ortodossa della Chiesa Romena che ha la sua sede in S. Anastasio.
In questa domenica tutti noi siamo chiamati ad aprire gli occhi su questa realtà: si celebra la 99° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che chiama a confrontarci con una delle realtà significative del mondo globalizzato.
Circa 215 milioni di esseri umani sperimentano oggi la sorte migratoria. Nel Messaggio offerto in questa occasione il papa Benedetto vuol far emergere l’anima di questa gente, che spinta dalla “disperazione di un futuro impossibile da costruire”, si avventura in un pellegrinaggio esistenziale alla ricerca di un futuro migliore, ciascuna con il proprio bagaglio di fede e di speranza." Il papa richiama poi l’attenzione sull’aspetto relativo alle “buone potenzialità”  e alle “risorse di cui le migrazioni sono portatrici”. In questa direzione—si afferma- vi sono iniziative che “favoriscono e accompagnano un inserimento integrale di migranti, richiedenti asilo e rifugiati nel nuovo contesto socio-culturale, senza trascurare la dimensione religiosa, essenziale per la vita di ogni persona”. E’ necessario superare il “mero assistenzialismo”, e promuovere “l’autentica integrazione, in una società dove tutti siano membri attivi e responsabili ciascuno del benessere dell’altro, generosi nell’assicurare apporti originali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri”. 

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