IN ATTESA, A TESTA ALTA
Eccoci giunti alla soglia di un nuovo anno liturgico. Iniziamo con il tempo di Avvento; ci accompagna in questo cammino l’evangelista Luca, il cui Vangelo sarà il punto di riferimento costante del nostro procedere da cristiani.
In questa domenica di avvento l’evangelista ci richiama all’ attesa un evento: la venuta di Gesù. Oggi. Per noi. Siamo capaci di attendere? Si cerca di avere tutto e subito e, se quel qualcosa o quel qualcuno verso cui si tende non è facilmente raggiungibile, allora si cercano scorciatoie, si individuano nuove mete o ci si tiene impegnati con altro.
Eppure, l'attesa nasconde tanta ricchezza. Ripensiamo alle sensazioni vissute da bambini attendendo la befa-
na o la prima comunione; o, più grandi, il conseguimento della patente, il primo motorino o l’esito degli esami di maturità; ancora più importante poi l’attesa per discernere la propria vocazione e la preparazione adeguata che ne era conseguente… Ci rendiamo conto che l'attesa, se vissuta con consapevolezza e pienezza, consente di rendere più vero e autentico l'incontro con ciò o con chi attendiamo.
Non ci può essere attesa, se teniamo il capo chino su noi stessi, con il cuore appesantito da «dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita», che impediscono di guardare con gli occhi del cuore chi e ciò che abbiamo intorno e verso cui tendiamo. Gesù ci chiede di levare il capo , di svegliarci dal torpore in cui a volte cadiamo. L'avvento ci scuote perché ciascuno di noi si risvegli dalla pigrizia e dalla superficialità che talvolta rischiano di sopraffarci.
Quali sono gli atteggiamenti per vivere l’attesa?
Gesù ci esorta a vegliare. Sulle persone che amiamo per non dimenticarci del loro valore; ma anche su noi stessi e sul nostro lavoro. In particolare vegliamo sulla nostra fede perché non sia sostituita da idoli consumati a basso prezzo.
Gesù ci chiede di pregare. La preghiera è parte integrante dalla nostra vita. Evitiamo di ricuperare e dare a Dio solo “ritagli” di tempo. Dio merita molto di più che qualche nostra briciola di tempo. Non è vero che ci ha donato il Figlio?
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Eccoci giunti alla soglia di un nuovo anno liturgico. Iniziamo con il tempo di Avvento; ci accompagna in questo cammino l’evangelista Luca, il cui Vangelo sarà il punto di riferimento costante del nostro procedere da cristiani.
In questa domenica di avvento l’evangelista ci richiama all’ attesa un evento: la venuta di Gesù. Oggi. Per noi. Siamo capaci di attendere? Si cerca di avere tutto e subito e, se quel qualcosa o quel qualcuno verso cui si tende non è facilmente raggiungibile, allora si cercano scorciatoie, si individuano nuove mete o ci si tiene impegnati con altro.
Eppure, l'attesa nasconde tanta ricchezza. Ripensiamo alle sensazioni vissute da bambini attendendo la befa-
na o la prima comunione; o, più grandi, il conseguimento della patente, il primo motorino o l’esito degli esami di maturità; ancora più importante poi l’attesa per discernere la propria vocazione e la preparazione adeguata che ne era conseguente… Ci rendiamo conto che l'attesa, se vissuta con consapevolezza e pienezza, consente di rendere più vero e autentico l'incontro con ciò o con chi attendiamo.
Non ci può essere attesa, se teniamo il capo chino su noi stessi, con il cuore appesantito da «dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita», che impediscono di guardare con gli occhi del cuore chi e ciò che abbiamo intorno e verso cui tendiamo. Gesù ci chiede di levare il capo , di svegliarci dal torpore in cui a volte cadiamo. L'avvento ci scuote perché ciascuno di noi si risvegli dalla pigrizia e dalla superficialità che talvolta rischiano di sopraffarci.
Quali sono gli atteggiamenti per vivere l’attesa?
Gesù ci esorta a vegliare. Sulle persone che amiamo per non dimenticarci del loro valore; ma anche su noi stessi e sul nostro lavoro. In particolare vegliamo sulla nostra fede perché non sia sostituita da idoli consumati a basso prezzo.
Gesù ci chiede di pregare. La preghiera è parte integrante dalla nostra vita. Evitiamo di ricuperare e dare a Dio solo “ritagli” di tempo. Dio merita molto di più che qualche nostra briciola di tempo. Non è vero che ci ha donato il Figlio?
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