UN REGNO IN MEZZO A NOI
Concludiamo l’anno liturgico contemplando il “Regno di Dio”. Ascoltando le parole di Gesù a Pilato viene da pensare a qualcosa di lontano e inaccessibile. Non è così. Quando Gesù afferma: «Il mio regno non è di questo mondo»; e «il mio regno non è di quaggiù», non ci dice che dobbiamo aspettare la morte per incontrare il Regno di Dio. Esso è stato ed è sempre presente fra di noi: non è "di" questo mondo perché
ha caratteristiche assolutamente diverse dai regni creati dall'uomo, ma è "in" questo mondo, anche se purtroppo non sempre e non ovunque.
Gesù si è immolato sulla croce perché coloro che credono in Lui divenissero suoi collaboratori nella realizzazione del regno di Dio sulla terra. Lo dimostra l'invocazione «venga il tuo regno», che costituisce l'argomento chiave, l'epicentro, il perno attorno a cui ruota la preghiera del Padre nostro che egli ci ha lasciato.
Ogni giorno viviamo situazioni che ci attestano la presenza del Regno di Dio tra noi. Ripensiamo al volonta-
riato e ogni altra forma di aiuto disinteressato ai fratelli bisognosi; consideriamo la fede, forse ingenua ma vera, con cui uomini e donne ogni giorno si rivolgono a Dio venendo in chiesa o nelle loro abitazioni; ricordiamo le esperienze di amicizia, di sostegno e di condivisione di cui gioiamo; ammiriamo l'amore premuroso e disinteressato manifestato attraverso la cura ai familiari infermi oppure lo spirito cristiano che ci comunicano tanti disabili. Semplicemente, riconosciamo la nostra gioia nello “stare” davanti a Dio e nel
servirlo con amore e dedizione,
Tutto questo ci dice che il Regno di Dio non è di questo mondo ma si costruisce in questo mondo; e la sua costruzione è compito dell'uomo, che deve contribuire a renderlo visibile in questa terra se vuole farne parte dopo la morte nel regno dei cieli. In esso entra solo chi fa la volontà del Padre, chi cammina cioè sulle orme del Buon Pastore, ma anche i "giusti" che, pur non conoscendo la sua via, vivono secondo giustizia, temperanza e amore. E’ per tutti.
Share |
Concludiamo l’anno liturgico contemplando il “Regno di Dio”. Ascoltando le parole di Gesù a Pilato viene da pensare a qualcosa di lontano e inaccessibile. Non è così. Quando Gesù afferma: «Il mio regno non è di questo mondo»; e «il mio regno non è di quaggiù», non ci dice che dobbiamo aspettare la morte per incontrare il Regno di Dio. Esso è stato ed è sempre presente fra di noi: non è "di" questo mondo perché
ha caratteristiche assolutamente diverse dai regni creati dall'uomo, ma è "in" questo mondo, anche se purtroppo non sempre e non ovunque.
Gesù si è immolato sulla croce perché coloro che credono in Lui divenissero suoi collaboratori nella realizzazione del regno di Dio sulla terra. Lo dimostra l'invocazione «venga il tuo regno», che costituisce l'argomento chiave, l'epicentro, il perno attorno a cui ruota la preghiera del Padre nostro che egli ci ha lasciato.
Ogni giorno viviamo situazioni che ci attestano la presenza del Regno di Dio tra noi. Ripensiamo al volonta-
riato e ogni altra forma di aiuto disinteressato ai fratelli bisognosi; consideriamo la fede, forse ingenua ma vera, con cui uomini e donne ogni giorno si rivolgono a Dio venendo in chiesa o nelle loro abitazioni; ricordiamo le esperienze di amicizia, di sostegno e di condivisione di cui gioiamo; ammiriamo l'amore premuroso e disinteressato manifestato attraverso la cura ai familiari infermi oppure lo spirito cristiano che ci comunicano tanti disabili. Semplicemente, riconosciamo la nostra gioia nello “stare” davanti a Dio e nel
servirlo con amore e dedizione,
Tutto questo ci dice che il Regno di Dio non è di questo mondo ma si costruisce in questo mondo; e la sua costruzione è compito dell'uomo, che deve contribuire a renderlo visibile in questa terra se vuole farne parte dopo la morte nel regno dei cieli. In esso entra solo chi fa la volontà del Padre, chi cammina cioè sulle orme del Buon Pastore, ma anche i "giusti" che, pur non conoscendo la sua via, vivono secondo giustizia, temperanza e amore. E’ per tutti.
Share |
Nessun commento:
Posta un commento