AL SERVIZIO DELL’AMORE
Tutti noi sappiamo con quanta difficoltà il messaggio di Gesù viene recepito come qualcosa di bello e di af-
fascinante. Eppure, spesso, anche noi constatiamo che, mai come oggi, di fronte al vuoto esistenziale che stiamo vivendo , c'è fame e sete di risposte "alte"; che non sono quelle effimere delle sontuose celebrazioni, né le solenni proclamazioni dei principi non negoziabili e neppure l'incentivazione di vecchie e nuove pratiche devozionali.
Le persone, e ciascuno di noi prima di tutto, hanno bisogno di ritornare alla centralità e alla essenzialità dell’essere cristiani. E’ quanto ci ha ricordato il papa Benedetto nell’aprire l’Anno della Fede; è quanto ci annuncia il vangelo di oggi. L’amore verso Dio e verso il prossimo, insieme, indissolubilmente, come due facce di una stessa medaglia.
«Il primo è:Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo Prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”.
Riprogettiamo dunque il nostro vivere da discepoli di Gesù vivendo l’essenzialità del comandamento dell’amore nella sua duplice direzione verso Dio e verso il prossimo.
Non è giustificato il nostro silenzioso appartarci, dicendo che la vita parrocchiale langue, o che ci scopriamo smarriti per la mancanza di guide autorevoli... (come se non ci fosse "la" Guida autorevole! Gesù!).
Forse a cominciare da ciascuno di noi, nella famiglia e nella parrocchia , c'è bisogno di testimoniare quella
"Chiesa del grembiule" raccomandata da don Tonino Bello. Servire... servire il prossimo chiunque esso
sia... non solo i nostri ragazzi che crescono, ma anche la nostra città che ci interpella in mille modi, attraverso un volto sconosciuto o un accadimento a prima vista insignificante.
L’assemblea parrocchiale di mercoledì 7 novembre può essere veramente un modo per cominciare a concretizzare quei progetti o quei sogni sognati, ma rimasti nel cassetto.
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Tutti noi sappiamo con quanta difficoltà il messaggio di Gesù viene recepito come qualcosa di bello e di af-
fascinante. Eppure, spesso, anche noi constatiamo che, mai come oggi, di fronte al vuoto esistenziale che stiamo vivendo , c'è fame e sete di risposte "alte"; che non sono quelle effimere delle sontuose celebrazioni, né le solenni proclamazioni dei principi non negoziabili e neppure l'incentivazione di vecchie e nuove pratiche devozionali.
Le persone, e ciascuno di noi prima di tutto, hanno bisogno di ritornare alla centralità e alla essenzialità dell’essere cristiani. E’ quanto ci ha ricordato il papa Benedetto nell’aprire l’Anno della Fede; è quanto ci annuncia il vangelo di oggi. L’amore verso Dio e verso il prossimo, insieme, indissolubilmente, come due facce di una stessa medaglia.
«Il primo è:Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo Prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”.
Riprogettiamo dunque il nostro vivere da discepoli di Gesù vivendo l’essenzialità del comandamento dell’amore nella sua duplice direzione verso Dio e verso il prossimo.
Non è giustificato il nostro silenzioso appartarci, dicendo che la vita parrocchiale langue, o che ci scopriamo smarriti per la mancanza di guide autorevoli... (come se non ci fosse "la" Guida autorevole! Gesù!).
Forse a cominciare da ciascuno di noi, nella famiglia e nella parrocchia , c'è bisogno di testimoniare quella
"Chiesa del grembiule" raccomandata da don Tonino Bello. Servire... servire il prossimo chiunque esso
sia... non solo i nostri ragazzi che crescono, ma anche la nostra città che ci interpella in mille modi, attraverso un volto sconosciuto o un accadimento a prima vista insignificante.
L’assemblea parrocchiale di mercoledì 7 novembre può essere veramente un modo per cominciare a concretizzare quei progetti o quei sogni sognati, ma rimasti nel cassetto.
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