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QUELLA NAVE SIAMO NOI

n questa domenica si celebra la giornata mondiale per i malati di lebbra (World Leprosy Day), una giornata di riflessione per le vittime della lebbra (morbo di Hansen) che ricorre annualmente l'ultima domenica di gennaio. È stata istituita nel 1954 da Raoul Follereau, (1903-1977) scrittore e giornalista francese, molto attivo nella lotta alla lebbra.
In Raoul Follereau noi vediamo concretizzata la promessa di Dio: “Manderò un profeta”; in lui vediamo incarnata, in qualche modo, la potenza di Gesù che libera dal male. Infatti, la malattia della lebbra contro cui egli ha lottato per gran parte della sua vita, è divenuta il simbolo delle tante “lebbre” (malattie, povertà, degrado materiale e spirituale…) di cui è afflitto l’uomo in tutto il mondo.
I numerosi appelli ai giovani culminati nel suo “testamento” provocano ciascuno a sentirsi responsabile delle persone che ha attorno. Scriveva al termine della sua vita: “O gli uomini impareranno ad amarsi o, infine l’uomo vivrà per l’uomo, o gli uomini moriranno. Tutti e tutti insieme. Il nostro mondo non ha che questa alternativa: amarsi o scomparire. Bisogna scegliere. Subito. E per sempre. Domani, l’inferno. […] Ragazzi, ragazze di tutto il mondo, sarete voi a dire NO al suicidio dell’umanità. "Signore, io vorrei tanto aiutare gli alti a vivere”. Questa fu la mia preghiera da adolescente. Credo di esserne rimasto, per tutta la mia vita, fedele . . . Il tesoro che vi lascio, è il bene che io non ho fatto, che avrei voluto fare e che voi farete dopo di me”.
Con Raoul Follereau impariamo a riconoscere il Cristo. Ricordiamo ciò che diceva: “Se Cristo domani batterà alla vostra porta, Lo riconoscerete? Sarà, come una volta, un uomo povero, certamente un uomo solo. Sarà senza dubbio un operaio, forse un disoccupato, e anche, se lo sciopero è giusto, uno scioperante […]"

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