E’ molto interessante Lucca.
Belle piazze, splendide opere d’arte, una città vivibile. In questi ultimi tempi molto gettonata a livello turistico.
E ben se lo merita.
Ma le persone?
Viviamo davvero in una bomboniera in cui tutto è bello, splendido, luccicante, senza problemi?
Abbiamo cercato, con i catechisti e alcuni operatori pastorali, di andare oltre la superficie.
Lo abbiamo fatto perché “diventare cristiani a Lucca” non è così semplice e scontato; pensiamo anche che l’essere discepoli di Gesù è qualcosa che non può prescindere dalle realtà quotidiane, intrise di speranze, problemi, gioie e dolori.
Ci siamo messi in ascolto: di una assistente sociale, di un’insegnante elementare di un dirigente sportivo.
E’ emerso uno spaccato di vita che, magari qualcuno intravvedeva, ma pensandolo sempre un po’ lontano da noi, non credendo di averlo in casa.
E’ emerso uno spaccato di vita che fa riflettere.
Qualche dato: un centro storico con quasi novemila persone di cui l’11-12% sono immigrati; 1500 minori da 0 a 18 anni; diversi adolescenti per strada durante i pomeriggi, disagi non solo economici ma derivanti anche da separazioni, contrapposizioni, litigi familiari.
Risorse scolastiche da utilizzare per far crescere relazioni capaci di far superare il disagio e per un dialogo interculturale.
Uno sport, quello che ci è stato presentato, non per mettere in agonismo gli uni contro gli altri, ma per superare se stessi e aiutare a superare il disinteresse per la vita che anche fra i giovani a volte si nota.
Al termine, come comunità cristiana, ci siamo sentiti interpellati a coniugare tre verbi:
1. FARE SQUADRA: si è cristiani non individualmente, ma insieme. Il “territorio” è il luogo dove si è chiamati ad annunciare il vangelo. Insieme ne siamo responsabili.
2. DESIDERARE: il “sogno”, come quello di M. Luther King, può aiutare a immaginare una comunità attenta all’ “oggi”, protesa al futuro.
Siamo chiamati a ripensare la parrocchia...
Share |
Belle piazze, splendide opere d’arte, una città vivibile. In questi ultimi tempi molto gettonata a livello turistico.
E ben se lo merita.
Ma le persone?
Viviamo davvero in una bomboniera in cui tutto è bello, splendido, luccicante, senza problemi?
Abbiamo cercato, con i catechisti e alcuni operatori pastorali, di andare oltre la superficie.
Lo abbiamo fatto perché “diventare cristiani a Lucca” non è così semplice e scontato; pensiamo anche che l’essere discepoli di Gesù è qualcosa che non può prescindere dalle realtà quotidiane, intrise di speranze, problemi, gioie e dolori.
Ci siamo messi in ascolto: di una assistente sociale, di un’insegnante elementare di un dirigente sportivo.
E’ emerso uno spaccato di vita che, magari qualcuno intravvedeva, ma pensandolo sempre un po’ lontano da noi, non credendo di averlo in casa.
E’ emerso uno spaccato di vita che fa riflettere.
Qualche dato: un centro storico con quasi novemila persone di cui l’11-12% sono immigrati; 1500 minori da 0 a 18 anni; diversi adolescenti per strada durante i pomeriggi, disagi non solo economici ma derivanti anche da separazioni, contrapposizioni, litigi familiari.
Risorse scolastiche da utilizzare per far crescere relazioni capaci di far superare il disagio e per un dialogo interculturale.
Uno sport, quello che ci è stato presentato, non per mettere in agonismo gli uni contro gli altri, ma per superare se stessi e aiutare a superare il disinteresse per la vita che anche fra i giovani a volte si nota.
Al termine, come comunità cristiana, ci siamo sentiti interpellati a coniugare tre verbi:
1. FARE SQUADRA: si è cristiani non individualmente, ma insieme. Il “territorio” è il luogo dove si è chiamati ad annunciare il vangelo. Insieme ne siamo responsabili.
2. DESIDERARE: il “sogno”, come quello di M. Luther King, può aiutare a immaginare una comunità attenta all’ “oggi”, protesa al futuro.
Siamo chiamati a ripensare la parrocchia...
Share |
Nessun commento:
Posta un commento