"In cammino" in prima pagina questa settimana.

IL PASTORE E I PASTORI

Gesù, durante tutta la sua vita pubblica vuole raggiungere due obiettivi: il primo è quello di rendere manifesto il suo amore immenso per tutti gli esseri umani, anche se spesso l'uomo non riesce a cogliere questo suo desiderio; il secondo è quello di dare agli uomini l'esempio di quale sia la via da seguire verso la verità per raggiungere la vera vita, che è l'unione profonda con la sua stessa persona.
Questo appare chiaramente nella parabola odierna del buon pastore. È Gesù il "pastore" che vegli a su ciascuno di noi, che ama teneramente le sue pecore, che le chiama per nome per guidarle, che è pronto a dare la sua vita per la nostra salvezza, fino addirittura a donare se stesso agli uomini di ogni tempo nell'eucaristia, venendo ad abitare dentro di noi con il suo corpo e il suo sangue, sotto le specie del pane e del vino.
Riconoscere Gesù come nostro pastore vuol dire accettare che sia lui a guidare le nostre scelte, le nostre decisioni, i nostri comportamenti, le nostre relazioni. Ma vuol dire soprattutto imitarlo nella disponibilità ad offrire la nostra vita per gli altri, senza cercare onori e privilegi. Attraverso questa parabola, infatti, Gesù vuole suggerire ad ogni suo discepolo uno stile di vita improntato all'amore. Alla luce del la parabola chiediamoci se anche noi sappiamo vivere le nostre responsabilità da "pastori" o se abbandoniamo a se stesso chi è affidato alle nostre cure e lasciamo che sia minacciato da "ladri" e "briganti".
Infatti molti "briganti" oggi, spinti dalla smania di potere e dall'insaziabile desiderio di ricchezze, si presentano apparentemente come più premurosi dei pastori: alcuni assicurando una vita felice senza preoccupazioni (per esempio certi santoni orientali che guidano l'uomo all'annullamento totale di sé), altri indicando la felicità nel permissivismo e nella prevaricazione (per esempio le sette sataniche che spingono alla violenza sul prossimo come affermazione del proprio io).  
La presenza vigile della comunità cristiana può scongiurare pericoli di tal genere ogni volta che si accorge di chi è solo, di chi attraversa momenti di fragilità, di povertà.

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