"In cammino" in prima pagina questa settimana.

SINO ALL’ULTIMA GOCCIA 

La liturgia della domenica delle palme ci pone davanti a quella che, a prima vista, potrebbe apparire come una situazione di stridente contraddizione. Da una parte, il vangelo proclamato prima della processione è un tripudio di folla osannante al figlio di Davide: Gesù è accolto come un re a Gerusalemme; dall'altra parte, nella liturgia eucaristica, ecco il vangelo della passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo che fa riferimento al "servo sofferente" di Isaia.
Di fronte alla passione di Gesù si resta attoniti. Seguendo il racconto, ci si immedesima, ci si vede dentro il vortice di quegli eventi e, attraverso il tradimento di Giuda, la cena pasquale con l'istituzione dell'eucaristia, il patimento nel Getsemani, l'arresto, il processo, la condanna, i dolori sulla via del Calvario, lo contempliamo infine innalzato sulla croce, nella sua prostrata agonia, e ci prende un nodo alla gola.
Siamo di fronte all'espressione dell'amore più grande, quello che si dà tutto per i propri amici, fino all'estremo
sacrificio di sé. Contemplando Gesù morire sulla croce comprendiamo che doveva essere quello il volontario epilogo della sua venuta al mondo: il compimento della missione che il Padre gli aveva affidato, un calice che non poteva passare senza che ne avesse bevuto sino all'ultima goccia. Gesù stesso fece una lucida sintesi di un tale travaglio, appena prima di morire, dicendo: «Tutto è compiuto».
Tanta coerente sottomissione, tanto patimento, tanto amore, ci fanno capire come il soffrire dell'Uomo-Dio, che ha preso su di sé tutto il male del mondo, fosse stato necessario per liberarci dal potere del peccato e dalla morte, e riempiono, al contempo, la nostra vita di discepoli di un grande senso di responsabilità nel continuare la missione di Cristo nella sua chiesa. Tra le tante nostre miserie, siamo chiamati a renderlo
presente in ogni piega della nostra esistenza, annunciandolo oltre ogni confine, oltre ogni barriera.
Lui è sempre con noi, affronta anche lui quelle vicissitudini che i suoi discepoli compiono nel suo nome, sin dal momento in cui ha detto «Fate questo in memoria di me», da quando dal suo costato squarciato ha inondato la sua chiesa e il mondo intero col sangue e l'acqua della vita sacramentale, ed egli stesso ci dice: «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo».

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