"In cammino" in prima pagina questa settimana.

ATTENDERE….ADEMPIERE

Alle soglie del Natale la Chiesa ci addita la figura di Giuseppe quale esempio di pazienza nel senso più bello e profondo del termine: la capacità di fare le cose con tutti se stessi .
La Scrittura ci presenta Giuseppe come un uomo tutto di un pezzo, come un uomo sano, capace di mettere in gioco tutte le componenti del la sua personalità e del suo pensiero - stava considerando queste cose - fino alla capacità di prendere sul serio la profondità della sua anima, che si fa sentire in modo chiaro, anche se doloroso, nel sogno.
Inoltre Giuseppe è l'uomo del futuro chiamato a custodire il Principio della creazione nuova: …e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati, e questo futuro è tanto più rigenerante quanto più è radicato nel passato, nella storia: Giuseppe, figlio di Davide.
Se il ruolo di Maria è quello di incastonare Gesù – secondo lo Spirito di santità (Rm 1,4) – nella generazione divina il bambino che è generato in leiviene dallo Spirito Santo (Mt 1,20) , il ruolo di Giuseppe è quello di radicare Gesù “secondo la carne” (Rm 1,3) nella “casa di Davide” (Is 7,13). Ma questo radicamento non è solo generazionale bensì relazionale! Giuseppe sarà chiamato a inserire il Verbo nella storia degli uomini, iniziandolo alla vita degli umani come un vero padre che educa verso la vita in tutta la sua complessità e completezza, non escluse le contraddizioni interne e le contrarietà esterne, si potrebbe dire in modo davidico!
Anche noi, come Giuseppe, siamo chiamati a scrutare le profondità della nostra anima per rendere viva e concreta nella storia, nelle relazioni, nell’educazione quotidiana, la presenza di Cristo nel mondo di oggi.
Come Giuseppe anche noi “custodiamo” il Vangelo.

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