"In cammino" in prima pagina questa settimana.

PARLANO I FATTI

Giovanni Battista in carcere, avendo sentito parlare delle opere compiute da Gesù, manda i suoi discepoli a chiedergli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Giovanni è uno di noi, resta disorientato dal comportamento di Gesù e comincia a dubitare. Chissà quante volte aveva immaginato il suo Dio che doveva arrivare, il Giustiziere, ed invece si trova dinanzi un uomo che agisce solo "per e con" amore. Gesù lascia che siano i fatti e non le parole a rispondere: «i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i sordi odono...».
Sono le azioni ad essere convincenti, a fugare ogni dubbio, a testimoniare che Gesù è tra noi.
 I dubbi assalgono anche noi. Anche a noi l'incertezza impedisce di vedere oltre, di accogliere il disegno di Dio.

Nella nostra mente risuona la domanda:sei tu Dio? Anche a noi, nelle nostre storie, viene chiesto di dare una svolta: passare dal dubbio alla fede. Anche per noi questo tempo di attesa è occasione per contemplare le opere di Dio, per cogliere tutto ciò che testimonia la sua presenza nella nostra vita.

Quale è la strada che ci permette tale cammino?
La comunità cristiana, le nostre piccole comunità familiari, sono chiamate a svolgere questo compito: "riferite ciò che vedete", testimoniate Dio, amore che viene. La nostra parrocchia , dunque, è chiamata a diventare "voce che chiama per nome", "porta" che accoglie ed invia, "guida" che precede e conduce.

Vivere l’Avvento vuol dire affidarsi a Dio e renderlo parte fondante delle nostre esistenze.
Potremo così agire "con” e “per" amore. Viviamo dunque nelle nostre famiglie l'accoglienza, il rispetto reciproco e il perdono; pratichiamo nel nostro ambiente di lavoro la solidarietà e la collaborazione; incarniamo, attraverso la nostra comunità ecclesiale, la Parola nel  territorio, sensibili ai bisogni degli abitanti.


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