"In cammino" in prima pagina questa settimana.

RISORGERE DENTRO LA VITA

Quando parliamo della risurrezione, ci riferiamo spesso a Gesù morto e risorto e pensiamo, in definitiva, ad un evento non descrivibile attraverso l'esperienza ordinaria. Come se non fosse per noi una realtà concreta; sì, ci crediamo, però con una sorta di pudore che ci fa stare in attesa per difenderci dal rischio della delusione: in fin dei conti, non abbiamo esperienza "diretta" di resurrezione.
Ma pensiamo: ci rendiamo conto di quante persone vive incontriamo che ci rendono presente questa realtà?
Tanti hanno dimostrato, nella santità riconosciuta ufficialmente dalla chiesa, la presenza di Gesù risorto con la loro esistenza e tanti ancora, nel nascondimento di una vita "normale", ci fanno toccare il segno dei chiodi presenti sulle mani di Gesù: sarebbe cosa importante riconoscerli e lasciarci da loro interpellare.
Chi di noi non ha incontrato coppie che, sperimentando la preghiera nella loro famiglia, lasciano trasparire una fiducia, un ottimismo ed una gioia che con fatica nella vita di tutti i giorni raggiungiamo?
Chi non ha incontrato famiglie che vivono l'apertura al dono come stile di vita e dimostrano nelle loro scelte
che l'accoglienza non è un modo per far sentire ospiti, ma per vivere la fraternità?
Ogni volta che sperimentiamo la gioia dell'incontro con l'eucaristia  nella vita della comunità, la forza liberatrice attraverso il sacramento del perdono o la felicità nel partecipare insieme ad altri ad un cammino spirituale o di crescita nella fraternità, viviamo in realtà l'esperienza della risurrezione nella sua concretezza.
Risorgere significa, quindi, superare i limiti della nostra umanità per "accarezzare" il volto di Dio padre che continuamente ci accoglie così come siamo, il volto di un Dio che ci cerca quando siamo smarriti, che fa festa con noi e che ci dona la sua presenza.

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