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IPOTESI DI BILANCIO

Quando si arriva alla fine dell'anno solare si è soliti riflettere, fare un bilancio e  fare propositi. Perché non proviamo a fare altrettanto ora che siamo arrivati alla fine dell'anno liturgico? Penso che potremmo riflettere
avendo nel cuore questa immagine: l'avrà fatto anche Gesù un resoconto?
Il vangelo di oggi è inesorabile: la sua vita terrena volge al termine e proviamo ad immaginarci un suo bilancio: «... sono nato tra gli ultimi, sto morendo tra gli ultimi e nel modo peggiore. Perché gli amici non accompagnano un condannato, un crocefisso, per paura o vergogna o scandalo. Padre mio, ero venuto per portare il tuo messaggio. Alcuni lo hanno accolto con gioia, soprattutto i poveri, gli umiliati e i peccatori.
Molti lo hanno osteggiato e rifiutato perché - dicevano - che non era in consonanza con la Legge data da Mosè. Tu mi hai as segnato  l'incarico di dare compimento alla rivelazione con le parole e con le opere ma, se questo è il risultato, adesso, sulla croce ti sento lontano, mi sento abbandonato da te! Posso solo affidare il mio spirito nelle tue mani e confidare in te, affinché tu, che tutto puoi, trasformi questo mio sacrificio apparentemente fallimentare nell'opera più grandiosa: la venuta della tua piena misericordia».
Cosa vogliamo aggiungere a questa ipotesi di bilancio fatta da Gesù? E quale è il nostro personale resoconto?
Forse siamo rimasti in silenzio come il popolo.
Ma chi rimane in si lenzio è complice dei più  forti.
Forse abbiamo fatto domanda dei capi, dei soldati o del ladrone: «. . . fai un miracolo, sàlvati e ti crederò»,
ma staremmo cercando un Dio che risponde alle provocazioni e fa giustizia.
Riconosciamoci peccatori come il ladrone e facciamo questa semplice invocazione: «Gesù, ricordati di me». Riceveremo, non per meriti ma per grazia, la salvezza eterna: «Sarai in paradiso».

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