ATTENDERE...L’ESSENZIALE
non in modo traumatico, ma essenziale. Le immaginiforti usate nei discorsi escatologici non hanno come fine
quello di impaurirci e paralizzarci ma, al contrario, di dinamizzarci: «È ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti» (Rm 13,11).
Ci sono dei passi nella vita che volentieri proiettiamo in un futuro talmente lontano da sembrarci, piano piano, quasi e persino inesistente, e invece eccolo davanti a noi: «La notte è avanzata, il giorno è vicino» (13,12).
Di questi «passi» sicuramente il più importante è il nostro incontro personale con il Signore e la nostra decisione per lui. Magari senza volerlo, ma di fatto lasciandoci andare a una logica di dimenticanza e di crescente insensibi l i tà, anche noi rischiamo di comportarci come «antidiluvia-ni»: «Mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito [...] e non si accorsero di nulla» (Mt 24,38-39).
Ciò che manca a queste creature «antidiluviane» è uno sguardo verso l'orizzonte, un'incapacità a “levare il capo” verso «il monte del tempio del Signore». Non siamo tanto più evoluti dei nostri antenati: completamente assorti nella soddisfazione dei nostri bisogni e così soddisfatti della sicurezza della nostra «casa» ci lasciamo sommergere dal «diluvio» dell'appagamento.
Siamo così organizzati da rendere la nostra vita pesante e zavorrata fino ad essere priva del la cosa più essenziale: il desiderio! L'Avvento ci chiede e ci aiuta a rimetterci alla scuola del desiderio, e a portare a scuola i nostri desideri perché imparino a conoscersi e crescano in verità.
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