CHE TEMPO E’ QUESTO?
Il mistero dell'ascensione di Gesù è strettamente collegato alla pasqua. Gesù, divenuto "cittadino del nuovo mondo" con la risurrezione, entra nel "nuovo cielo" e nella "nuova terra" preconizzati dall'Apocalisse.
Se Gesù ha dedicato ancora un tempo simbolico — i 40 giorni — ai suoi discepoli, è stato solo per educarli, da una parte, alla sua assenza-presenza e, dall'altra, a
familiarizzare con quella realtà, nuova per i discepoli, che la "potenza dall'alto". Da allora, i discepoli di ogni luogo e di ogni epoca sono invitati a cercarlo nell'uomo, nella chiesa, nel mondo, e a trovarlo in quelle presenze
nelle quali egli ha assicurato di esserci: nei poveri, dove due o tre sono riuniti nel suo nome, nella Parola che corre sino ai confini della terra e nel pane spezzato che raccoglie in unità i figli dispersi...
L'eucaristia di ogni domenica è il momento per eccellenza nel quale trovare, incontrare e riconoscere Cristo, Sacerdote, Re e Profeta, colui che, nel santuario del cielo, e nel tempio vivente della chiesa, sempre parla, sempre santifica, sempre dona la vita, perché anche noi impariamo a donarla.
È questa l'occasione propizia per riconoscerne la presenza nell'assenza, e gustare la gioia di scoprire come questa assenza fisica è riempita di una presenza spirituale, che niente e nessuno potrà mai togliere ai credenti, coloro che, ancora oggi, stanno insieme a lodare Dio, e trovano in lui la forza di testimoniare a tutti che Gesù è il Signore.
La pedagogia di Dio non prevede, però, che i discepoli rimangano bambini tentennanti in eterno. La maturità ecclesiale cui il Signore chiama i suoi discepoli prevede un momento di strappo, ed il rischio di dovere, in prima persona, indirizzare, decidere, rispondere ai quesiti della storia, senza, ogni volta, domandare a Gesù cosa fare.
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