"In cammino" in prima pagina questa settimana.

LO SPIRITO CONSOLATORE

E’ la Domenica di Pentecoste, celebrazione dell’effusione dello Spirito Santo.
La Liturgia Domenicale ce ne presenta l’azione efficace nella Chiesa in vari modi.
Mentre il racconto degli Atti degli apostoli evidenzia la forza e la potenza dello Spirito, che sconvolge edifici e coscienze, la pagina evangelica fa brillare l'interiorità, l'inabitazione di Dio nel credente, che lo Spirito opera.
La chiesa, nella sua storia, ha fatto certamente maggiore esperienza di questa seconda modalità, poiché i segni eclatanti dello Spirito non si verificano a nostra richiesta, ma sono frutto della libertà di Dio.
È la stessa modalità che noi viviamo settimanalmente nella celebrazione dell'eucaristia quando lo Spirito fa in modo che Cristo sia «sempre presente nella sua chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche... presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, "offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti"» (SC 7).
Lo Spirito dà vigore alla Parola proclamata così che il Signore Gesù sia «presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella chiesa si legge la sacra Scrittura».
Lo Spirito agisce efficacemente sul pane e sul vino, così che il Signore sia presente «soprattutto sotto le specie eucaristiche»... e, «infine, quando la chiesa prega e loda» (ibid.).
Ogni eucaristia, dunque, ha un forte riferimento allo Spirito santo.
Sarebbe assai opportuno riscoprirla, valorizzando maggiormente il gesto dell'epiclesi (l’imposizione orante delle mani sulle offerte da consacrare), non per la teatralità, ma per l'autenticità con cui viene compiuto, ripetendolo anche alla seconda epiclesi della preghiera eucaristica, quella relativa alla chiesa, che ha pure bisogno di essere trasformata nel corpo del Signore, così da essere la "pentecoste vivente" per il mondo.


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