"In cammino" in prima pagina questa settimana.

ASCOLTARE E SEGUIRE  

Nelle catacombe, nei sarcofagi e nei mosaici dell'età paleocristiana troviamo sovente l'immagine del buon pastore, che porta sulle spalle una pecorella del suo gregge.
Riempie il cuore di tenerezza pensare che Dio ci chiama e conosce per nome.
Si tratta di una conoscenza reciproca profondissima, di quella fiducia e amore che permettono al Figlio di essere una cosa sola con il Padre; a noi è proposto di entrare in relazione con lui allo stesso modo, con la gioia e la consapevolezza che nul la potrà separarci dal suo amore.
 «Le mie pecore ascoltano la mia voce»: solo chi ama ascolta veramente può far questo perché a s c o l t a r e è u n ' a z i o n e complessa, che richiede attenzione e disponibilità.
Dobbiamo esercitarci di più nell'arte dell'ascolto; di noi stessi, del coniuge, dei figli e soprattutto di Dio che parla al nostro cuore.
Nella preghiera possiamo ritrovare noi stessi e incontrare Dio, aprendoci al l 'ascolto del la sua Parola, che è
capace di trasformare il nostro modo di vedere le cose, spesso così chiuso ed egoista.
Da l l ' ascolto possono nascere in noi la forza e il desiderio di seguire il pastore per strade anche sconosciute, misteriose. L'ascolto diventa azione, il seguire significa obbedire a questo Dio di cui n o n  c i
f i d i amo ma i abbastanza.
Se riuscissimo a sentire ogni giorno la voce dolcissima del Padre che ci assicura che mai niente e nessuno potrà rapirci dalla sua mano, e che questo vale anche per tutte le eprsone di cui tanto ci preoccupiamo, vivremmo con più serenità e abbandono i nostri giorni, con la certezza e consapevolezza che nulla potrà separarci dal suo amore.
Questa certezza e consapevolezza, che pure non ci risparmiano fatiche, dolori e sofferenze, sono la roccaforte e  i l centro della nostra esistenza.

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