TESTIMONI DI PACE
Guardate le mani e i piedi...
I due discepoli di Emmaus, tornati in città, vanno
subito dagli altri discepoli; ma, mentre stanno ancora
raccontando il loro incontro con Gesù, Lui stesso appare
in mezzo a loro e dice: "Pace a voi!". È questo il saluto
che il Cristo risorto rivolge ai suoi discepoli, in tutte le
apparizioni pasquali. Esso, però, non è solo una parola,
ma è una realtà viva ed efficace: è il dono pasquale per
eccellenza. Per gli uomini, pace è assenza di guerra, è
tregua fra due avversari: una tregua spesso fragile,
destinata a cadere di fronte alle prime difficoltà... La pace
di Cristo risorto, invece, è pienezza, "pienezza di vita",
come dice il termine ebraico shalom. È pienezza di vita
attraverso di Lui, che ha affrontato e vinto la morte e,
così, dà un senso anche alla morte umana; è pienezza di
vita attraverso di Lui che, sperimentando la sofferenza e il
dolore, ci ha manifestato l'amore di Dio e ci ha dato la
possibilità di vivere con fede i momenti difficili della
nostra esistenza. Dopo aver confermato la sua identità,
mostrando le mani e i piedi e mangiando del pesce
davanti a loro, Gesù affida ai discepoli il compito di farsi
strumenti del suo perdono, predicando a tutte le genti
"la conversione e il perdono dei peccati". È questo il
grande dono che Gesù fa a tutti i popoli, a tutti coloro che
accolgono il suo appello alla conversione e cercano di
cambiare vita.
Testimoni dell’amore
Anche a noi, discepoli di oggi, come a quelli di
duemila anni fa, Gesù chiede di diffondere il suo appello
alla conversione, testimoniando anzitutto la sua volontà
di salvare tutti i popoli. Possiamo fare questo con gesti
di accoglienza, di carità, di solidarietà verso le persone
che incontriamo, anche se differenti da noi nella
condizione sociale, nella cultura, nella religione...
Il prossimo che siamo chiamati ad amare, infatti,
non sono solo i cristiani, i compaesani, i connazionali.
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