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IL CROCIFISSO E’ RISORTO!

Il lieto annuncio. "Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto".
Nella domenica di Pasqua, l'evangelista Marco ci fa ascoltare questo annuncio ricco di speranza e di vita: un annuncio che è davvero un "vangelo", cioè un lieto messaggio che illumina la nostra vita.
Anzitutto, ci viene detto chi è risorto: è risorto "Gesù Nazareno". Questo annuncio, quindi, non riguarda una fantasia o un fantasma, ma riguarda un uomo in carne e ossa, che ha vissuto in un tempo e in un luogo ben pre-ciso, che si è presentato come il Messia di Dio.
Inoltre, ci viene detto che Gesù è risorto dopo essere morto davvero, appeso alla croce: "il crocifisso è risorto".
È risorto colui che era morto in quel modo ignominioso e incomprensibile, vittima dell'odio e del rifiuto degli uomini; abbandonato da tutti, compresi gli amici più cari.
Ma, soprattutto, ci viene detto che tutto ciò è avvenuto per opera di Dio: Gesù è risorto, o meglio: "è stato risuscitato" da Dio, suo Padre. Con questo gesto, quindi, Dio riconosce in Gesù il suo Figlio, il suo Messia; approva e conferma tutte le sue parole, tutte le sue azioni, ciò che egli ha fatto lungo la sua esistenza terrena; annuncia ad ogni uomo il senso della sua morte sulla croce. Gesù non è morto come un malfattore, non è stato abbandonato da Dio; ma è morto come
Figlio obbediente al Padre, sacrificio di salvezza per il mondo intero.
È questo il significato dell'annuncio pasquale che risuona, oggi, per tutti noi. Un annuncio che un giovane in bianche vesti rivolge alle donne, che si erano recate al sepolcro per ungere e profumare il corpo di Gesù. Gli apostoli erano fuggiti tutti, temendo forse di fare la stessa fine del Maestro; invece, queste donne - che "quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano" -, erano rimaste con Gesù fino in fondo, fino alla croce.
Egli vi precede in Galilea...In queste donne l'evangelista invita a vedere l'esempio del vero discepolo.
Il vero discepolo, infatti, è colui che segue Gesù, ascoltando la sua Parola e imitando la sua vita.

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