Questa Madonna con Bambino in trono è stata realizzata nel XIV secolo impiegando la tecnica dell'affresco: una pittura stesa sopra uno strato di intonaco particolare quando questo è ancora umido, in modo che il colore si leghi all'intonaco fissandosi mentre si asciuga.
La Madonna indossa una veste rossa ed è avvolta nel maphorion, un mantello blu con il bordo dorato e tre stelle, una sul capo, di cui si vede una punta, una sulla spalla destra e l'altra su quella sinistra nascosta dalle pieghe del mantello; le stelle sono un antico simbolo siriano di verginità, nel caso di Maria sono tre per indicare la sua purezza prima, durante e dopo il concepimento.
I colori del vestiario hanno un preciso significato: il porpora rappresenta la maestà e quindi la natura divina, mentre il blu è il colore dell'umanità. Nelle icone ortodosse questa combinazione di colori, rosso sotto e blu sopra, è assegnata solo a Cristo in quanto essendo Verbo incarnato è di origine divina ma ammantato e rivestito di umanità, mentre i colori di Maria sono l'opposto, manto rosso sopra la veste blu, per indicare come lei pur appartenendo all'umanità è Piena della Grazia di Dio che la riveste di divino.
Dal XIII secolo in poi in Occidente si cominciò a far vestire Maria con gli stessi colori impiegati per Cristo, perché lei era stata scelta da Dio prima ancora che nascesse per portare a compimento il Piano di Salvezza, lei che infatti, alla fine della sua vita terrena ascende al cielo.
La Vergine tiene in braccio Gesù avvolto in una coperta arancione, colore molto utilizzato per le vesti quando Gesù è bambino, perché rimanda all'argilla e allude all'incarnazione in quanto nella Genesi è scritto che Dio creò l'uomo plasmando il suo corpo nell'argilla, animata poi dal suo soffio vitale. In questo affresco Cristo è infatti l'Emmanuele, Dio con noi, fattosi carne per salvarci. Maria è rappresentata a seno scoperto mentre allatta il figlio secondo una tipologia già presente fin dal VI e VII secolo, chiamata in greco Galaktotrophousa, in latino Lactans.
Questo tipo di immagini che esaltano la maternità di Maria e l'umanità di Gesù, erano molto apprezzate dalla gente che continuò a venerarle nonostante il Concilio di Trento le avesse giudicate fuorvianti perché troppo sensuali.
Questa tipologia viene unita a quella della Madonna in Trono, rappresentato in tutta la sua tridimensionalità cercando di rendere la concretezza dei materiali: è infatti una complessa struttura architettonica con un timpano e pinnacoli, decorata con cornici scolpite e intarsi marmorei, come se fosse una chiesa più che un trono. Il trono celeste con Maria e Gesù qui diventa una chiesa terrestre dove si può incontrare un Dio che si è fatto carne e che ha ricevuto il latte da Maria prima di diventare lui stesso “cibo di salvezza” per i credenti.
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