"In cammino" in prima pagina questa settimana."

RESPONSABILITA’

Responsabilità: una parola che presume un atteggiamento non sempre facile ad essere vissuto quotidianamente.
“Responsabilità” ha la stessa radice di “risposta”. Qualcuno è “responsabile” quando sa mettersi in atteggiamento operativo dopo aver ascoltato una domanda o un appello che si è
accolto e si è riconosciuto come importante e vitale.
Quella che ci accingiamo a vivere è la settimana della responsabilità cristiana. Quale responsabilità? quella del comunicare e annunciare il vangelo. Riconoscersi salvati,
essere consapevoli che Dio si è compromesso con la storia e con la nostra situazione personale attraverso la vicenda di Gesù di Nazareth, non può lasciare indifferenti. Chiede una risposta; rimanda ad un annuncio. Se abbiamo percepito la bellezza dell’esser cristiani non possiamo tirarci indietro.
Perciò, questo scorcio del mese di ottobre che ci vede impegnati a riprendere il cammino ordinario della comunità cristiana, chiama tutti in causa. Senz’altro interpella noi sacerdoti che abbiamo il compito della cura pastorale di questa comunità, ma, non dimentichiamolo, chiama in causa ciascuno che vuole chiamarsi cristiano. Ognuno, per la sua parte, dovrebbe chiedersi in quale misura si sente responsabile dell’annuncio evangelico.
Sono chiamati a questo i catechisti, chi anima le celebrazioni liturgiche, chi offre un servizio di carità, chi visita gli anziani, chi si interessa dell’amministrazione economica, tutti coloro, insomma, che in qualche maniera vivono un servizio nella comunità cristiana. Non basta infatti essere “prestatori d’opera”, ma discepoli di Gesù e annunciatori di vita.
Anche i genitori sono chiamati, con i loro figli, ad iniziare o a continuare un percorso che li aiuti a conoscere il Signore Gesù e la bellezza della vita cristiana. Le proposte di catechesi ai bambini, ai ragazzi e agli adolescenti che la parrocchia propone sono per affiancare le famiglie, non per accogliere deleghe che deresponsabilizzano. Desideriamo veramente tanto che “il catechismo” diventi la strada che conduce a Gesù Cristo. Non una fatica da svolgere.

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