"In cammino" in prima pagina questa settimana.

MA PER NOI, LUI, CHI E’?

“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. 
Non è un Signore facile da amare, da seguire, da servire, quello che si presenta a noi crocifisso, soprattutto
nel momento in cui ci ricorda che essere suoi discepoli significa percorrere il medesimo suo arduo cammino.
Cristo non inganna mai i suoi addolcendo le richieste: se vogliamo partecipare alla risurrezione con lui, dobbiamo anche accettare di essere crocifissi con lui.
La croce costituisce la condizione fondamentale della storia della salvezza, scandisce la vita del cristiano, dal battesimo al funerale, è la pietra miliare del cammino quotidiano del discepolo, che trova nell'eucaristia domenicale un punto fermo e irrinunciabile. In ogni eucaristia ci viene rivolta una parola crocifiggente e in ogni eucaristia ci viene posta la domanda "Ma voi, chi dite che io sia?". 
Le provocazioni che l'eucaristia ci offre ogni domenica esigono risposte di vita quotidiana.
Non basta dire "Tu sei il Cristo di Dio" in chiesa e poi smentire la solenne proclamazione liturgica con atteggiamenti e comportamenti diametralmente opposti nella vita di ogni giorno.
La croce di Cristo, infatti, è servita ad effettuare quella  ri-conciliazione cosmica  di cui parla Paolo; la croce sana il divorzio tra fede e cultura e sancisce le nozze tra la messa e la vita.
Nella liturgia del tempo di passione abbiamo cantato “Salve, o Croce, unica nostra speranza! Ma, cosa
sarebbero le nostre parole di lode se non fossero accompagnate dalla scelta, talvolta eroica, di
abbarbicarci alla croce, come l'edera agli alberi, trovando nella croce appoggio, luce, linfa, forza e
ispirazione?
Tutto questo da luce alla nostra vita e all’Ordinazione Presbiterale di don Emanuele. Che Dio lo sostenga
nel vivere uno stile di condivisione, sapendo riconoscere il Signore Crocifisso e Risorto nelle difficoltà e nelle prove.

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