"In cammino" in prima pagina questa settimana.

QUALI LE NOSTRE SICUREZZE?

In un certo senso noi viviamo, ogni "giorno del Signore", la vicenda di quel "tale", come lo chiama
'evangelo di Marco, che entusiasticamente corre incontro a Gesù, attendendosi da lui soluzioni miracolistiche.
Quando però il Signore, ogni domenica, ci offre, non una grazia a basso prezzo" — perché fa tutto lui, esentandoci da impegni e responsabilità —, ma ci prospetta una "grazia a caro prezzo" — come direbbe Bonhoeffer, perché chiede a noi di fare il miracolo di credere alle sue Parole e di
accantonare tutta quella "spazzatura" che appesantisce la vita, allora inevitabilmente sentiamo la frustrazione e la delusione, e torniamo alle nostre solite cose stanchi, tristi ed afflitti dai nostri presunti tesori, dei quali non intendiamo privarci.
Ogni "giorno del Signore" costituisce per noi una provocazione, un appello, una vocazione: avere il coraggio di staccarci dalla pura e formale osservanza dei omandamenti, che non è certamente cosa disprezzabile, per spiccare il volo della fede in Cristo, che ci conduce ad una visione della vita e a stili di vita evangelici, che fanno traspirare il profumo della libertà interiore e della beatitudine, cose che sovente mancano alla nostra ocietà, schiava dei suoi beni e ammalata di noia e di tristezza esistenziale. Se deludente appare l'epilogo, confortante è almeno il prologo di questa pagina evangelica, poiché ci mostra una persona carica di desideri nobili, di
domande esistenziali significative: la ricerca della "vita eterna".
Sembrano problematiche lontane anni luce dai desideri e dagli interessi della gente di oggi. Non sarebbe certamente disdicevole tornare a porre, non dico settimanalmente, ma di tanto in tanto, queste domande, incentivando quel senso vocazionale della vita che abbiamo smarrito, e senza guadagnarci troppo.
Allontanandosi da Cristo non si trova la felicità, ma si abbraccia la tristezza e la solitudine.

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