San Michele In Foro: facciata (parte 2)


La facciata di S. Michele, realizzata nel corso di tre secoli, riesce ad unire due stili molto diversi come il romanico e il gotico, legandoli grazie all'uso della bicromia e alla ricca simbologia dei suoi elementi in un susseguirsi verticale di più livelli divisi da cornici scolpite.

Il primo livello, ultimato nella metà del XII, secolo è caratterizzato dal romanico lucchese con influssi pisani, con sobrio classicismo.

Sopra il primo livello, ultimato nella prima metà del XIII secolo e improntato al sobrio classicismo del romanico lucchese, si trovano 4 loggette gotiche sovrapposte, formate da archetti retti da una grande varietà di colonne, a tarsie spina di pesce e a scacchiera, a spirale, incise, scolpite e, in alcuni angoli, addirittura quattro colonnine annodate insieme.
Se nella parte romanica il muro era semplicemente animato da arcate cieche appena aggettanti al muro, nella parte gotica le colonne si staccano dal fondo per dare vita a loggette tridimensionali. Mentre nella parte romanica la scultura è essenzialmente limitata all'arcata del portone centrale e, ad eccezione del architrave e di alcune testine nei capitelli, presenta motivi classici e non figurati, nelle loggette la scultura prende il sopravvento, riempiendo i capitelli, insinuandosi all'incrocio delle ghiere degli archi e addirittura in alcune colonne.

La plasticità delle figure scolpite le fanno attribuire alla bottega di Guidetto da Como, che all'inizio del XIII secolo lavorava già a Lucca in S. Martino. La bicromia che nella parte romanica era limitata alle ghiere degli archi nei primi due ordini di loggette decora anche il muro di fondo, e si diffonde a tutta la parte alta della facciata grazie alle tarsie marmoree bianche su fondo scuro che ritraggono lotte tra animali e scene di caccia con un grande precisione nei dettagli.

Il muro di fondo è aperto da tre finestre strombate nei primi 2 ordini di loggette e da un rosone centrale sul terzo ordine, un rosone che doveva illuminare il rialzamento della navata centrale, mai ultimato.

Al culmine della chiesa, ultimata nella seconda metà del XIV secolo, svetta al centro una grande statua romanica di S. Michele, con le ali, il globo crociato e la lancia in bronzo, con ai lati due angeli che suonano il corno, al di sopra di edicole gotiche. Si tratta della scena descritta nell'Apocalisse di S. Giovanni in cui Michele guida l'esercito celeste contro il Drago rosso e gli angeli ribelli.
Questa scena, che è la chiave di lettura di tutta la decorazione della facciata, è ripresa dall'architrave del XII secolo: al centro c'è S. Michele che sconfigge il drago nel bel mezzo di una battaglia tra animali reali e fantastici, che simboleggiano i vizi e le virtù. Il tralcio vegetale che corre lungo tutto l'architrave prosegue nelle cornici che dividono la facciata, anch'esse popolate da animali in lotta.
Le stesse scene ricorrono nelle tarsie bicrome delle loggette, dove agli animali si aggiungono le scene di caccia: uomini col falcone e che suonano il corno da caccia, scene familiari agli uomini medievali per cui la caccia era un'attività comune.
Qui sta il significato della facciata: la lotta tra bene e male a cui partecipa l'arcangelo Michele nell'Apocalisse è allusione ad una battaglia quotidiana che ogni cristiano è chiamato a fare ogni giorno nel proprio animo; la decorazione della facciata ci inviata ad una caccia interiore ai vizi che si annidano nel nostro cuore e ci allontano da Dio.

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