San Michele In Foro: Madonna del Civitali

Questa scultura in marmo bianco che raffigura la Madonna con in braccio Gesù bambino è stata commissionata intorno al 1480 da Domenico Bertini, uno dei politici più importanti della Repubblica Lucchese, a Matteo Civitali, per essere collocata nell'angolo sud-ovest della facciata di S. Michele.

È un raro esempio di scultura votiva urbana, realizzata per la cessazione di una terribile epidemia di peste che aveva colpito la città: infatti sotto la mensola che regge la statua si legge la scritta “portus salutis”, ovvero porto di salvezza, colei alla quale fare affidamento in caso di bisogno. Maria ha sempre avuto una funzione di protezione: a lei ci ha affidato Gesù quando sulla croce ha detto a Giovanni “ecco tua madre” e a lei “ecco tuo figlio”. Matteo Civitali, figlio di Giovanni, ufficiale di origini friulane dell'esercito di Paolo Guinigi, nacque a Lucca nel 1436 e probabilmente imparò l'arte della scultura nell'ambiente mediceo fiorentino.

Lavorò, non solo come scultore ma anche come architetto, soprattutto a Lucca, dove tra le altre opere realizzò il tempietto del Volto Santo e progettò il Palazzo Pretorio, ma il gusto e l'abilità con cui l'artista utilizza le caratteristiche della statuaria classica fa pensare un suo viaggio a Roma e alla visione diretta delle statue antiche. Matteo è considerato il più grande artista del Rinascimento lucchese, il più famoso nella toscana del XV secolo al di fuori di Firenze: il suo stile innovativo unisce il richiamo al classicismo alla ricerca dell'espressività e al marcato realismo, arricchiti da un'attenzione per l'ornato e una tecnica raffinata che fece scuola. In questa statua sono evidenti le caratteristiche stilistiche del Civitali: Maria è raffigurata vestita con una veste quattrocentesca, molto realistica con le pieghe disposte intorno al bottone centrale e alla cintura, ma è avvolta interamente in un ampio mantello di gusto classico con un richiamo evidente alla statuaria antica reso con un ampio panneggio generato dal braccio sollevato con cui tiene il Bambino.

Le pose e le proporzioni sono naturalistiche, con la Madonna che tiene il figlio sostenendolo con il braccio sinistro mentre con il destro lo stringe a se assicurandosi che non cada indietro; per reggere il peso del bambino piega il busto verso destra e piega la gamba per spostare il baricentro sull'anca sinistra. È un gesto che viene spesso esagerato, specie nella statuaria francese e tedesca ma che qui è sobrio e naturale. Straordinario è il modo con cui viene raffigurato Gesù: le proporzioni credibili, la posa realistica di un bambino vero, non “Il Salvatore del Mondo” che benedice, non “Il Verbo di Dio” che sta dritto e rivolto verso l'osservatore come su di un trono, ma un bambino con il corpo rivolto alla Madre a cui si aggrappa teneramente e che da lì, il suo “porto sicuro”, curioso si volta a vedere il mondo che lo circonda e a rivolgersi a noi.
Maria lo protegge con le mani e china il capo verso di lui. Matteo Civitali, nello spirito dell'Umanesimo, è capace di tradurre il “Mistero dell'Incarnazione” in quel momento di straordinaria umanità che è il miracolo quotidiano dell'amore tra madre e figlio. Ed è grazie a questo amore filiale che possiamo cercare in Maria, nostra madre, il porto di salvezza.


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