Al centro della nicchia sull'altare di S. Michele si trova una bella statua dell'arcangelo risalente al
1658, in pietra del Monte Gargano con inserti in metallo.
La scelta del materiale è significativa, non
per le proprietà della roccia ma per la sua provenienza: su quel monte è apparso più volte proprio S.
Michele, la prima delle quali nel 490, e lì si trova uno dei dei tre più prestigiosi santuari dedicati
all'arcangelo, insieme alla Sacra di S. Michele in Val di Susa e Mont-Saint-Michel in Normandia.
Questa statua fu un dono con cui volle onorare la sua città natale Alfonso Puccinelli, vescovo di
quella diocesi ma originario di Lucca, a cui nel 1565 , alla fine di una grave pestilenza, apparve
personalmente l'arcangelo.
In questa scultura barocca S. Michele, protetto da una lorica, l'armatura dei soldati romani, con in
capo un elmo adornato con piume dorate, così come quelle delle sue ali, è raffigurato mentre con il
piede, avvolto dai calzari tipici dei legionari, schiaccia a terra un demonio, pronto a colpirlo con la
spada che tiene in mano.
Viene infatti ritratto come il principe dell'esercito celeste secondo un
iconografia tipica nell'Occidente, tratta dall'Apocalisse di S. Giovanni che lo presenta alla guida
dell'esercito di angeli nella battaglia contro il drago rosso.
S. Michele, protettore dei poliziotti, rappresenta infatti il campione della lotta tra bene e male, una
battaglia interiore che ciascuno è chiamato a intraprendere all'interno del proprio cuore, uno scontro
quotidiano contro i vizi che ci allontano da Dio, primo tra tutti la superbia che fece ribellare al suo
creatore lo stesso Lucifero, prima angelo come Michele.
(Francesco Niccoli)
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