LA CHIAVE DELLA SOLIDARIETA’
In questa terza domenica di Avvento incontriamo coloro che sono stati raggiunti dalla predicazione di Giovanni Battista Vanno da lui per domandargli: “Cosa dobbiamo fare?”. Giovanni si rifà alla tradizione dei profeti e risponde che la condizione necessaria è il compimento del comandamento dell’amore del proprio prossimo, espressione reale dell’amore di Dio. Giovanni non esige la durezza della vita che egli conduce, non disapprova neanche le attività proprie ai laici che vanno verso di lui. Tuttavia, egli sa indicare a ognuno quello che deve convertire in se stesso, e come realizzare i propri
doveri verso il prossimo, e nello stesso tempo indicare loro chiaramente dove risiedono l’ingiustizia e l’errore che devono essere superati.
In una parola: Giovanni Battista chiede il cambiamento del cuore. Esso è il simbolo dell'amore, del motore che muove e dà energia a tutti gli esseri che sanno provare e gestire con moderazione anche i propri sentimenti, e non cadere subito preda degli istinti. L'amore è quello che ci fa compiere tutte le azioni positive per noi e per gli altri.
Perciò, oggi, chiediamo che il Signore Gesù “Chiave di David” APRA IL NOSTRO CUORE. Chiediamo a Lui quella forza immensa che viene dall'alto e che ci pervade, il Dono dello Spirito santo grazie al quale ogni gesto, anche il più semplice, assume il grande valore di farci sentire realizzati do nando un po' di noi stessi agli altri.
Animati dallo Spirito santo apriamo il cuore ai sacrifici necessari ogni volta che la coscienza ci sol lecita a fare del bene agli altri, ad immagine di Dio Padre, che ha inviato il
Figlio per donarci Salvezza .
Inoltre: il cuore aperto da Gesù fa riappacificare le persone tra di loro, fa agire nel senso del bene comune, evita le lotte e gli scontri - in famiglia, come anche nella società civile - e consente di riprendere il cammino, troppe volte interrotto anche per motivi futili, verso l'armonia della vita comunitaria. Apriamo dunque il cuore a Cristo!
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In questa terza domenica di Avvento incontriamo coloro che sono stati raggiunti dalla predicazione di Giovanni Battista Vanno da lui per domandargli: “Cosa dobbiamo fare?”. Giovanni si rifà alla tradizione dei profeti e risponde che la condizione necessaria è il compimento del comandamento dell’amore del proprio prossimo, espressione reale dell’amore di Dio. Giovanni non esige la durezza della vita che egli conduce, non disapprova neanche le attività proprie ai laici che vanno verso di lui. Tuttavia, egli sa indicare a ognuno quello che deve convertire in se stesso, e come realizzare i propri
doveri verso il prossimo, e nello stesso tempo indicare loro chiaramente dove risiedono l’ingiustizia e l’errore che devono essere superati.
In una parola: Giovanni Battista chiede il cambiamento del cuore. Esso è il simbolo dell'amore, del motore che muove e dà energia a tutti gli esseri che sanno provare e gestire con moderazione anche i propri sentimenti, e non cadere subito preda degli istinti. L'amore è quello che ci fa compiere tutte le azioni positive per noi e per gli altri.
Perciò, oggi, chiediamo che il Signore Gesù “Chiave di David” APRA IL NOSTRO CUORE. Chiediamo a Lui quella forza immensa che viene dall'alto e che ci pervade, il Dono dello Spirito santo grazie al quale ogni gesto, anche il più semplice, assume il grande valore di farci sentire realizzati do nando un po' di noi stessi agli altri.
Animati dallo Spirito santo apriamo il cuore ai sacrifici necessari ogni volta che la coscienza ci sol lecita a fare del bene agli altri, ad immagine di Dio Padre, che ha inviato il
Figlio per donarci Salvezza .
Inoltre: il cuore aperto da Gesù fa riappacificare le persone tra di loro, fa agire nel senso del bene comune, evita le lotte e gli scontri - in famiglia, come anche nella società civile - e consente di riprendere il cammino, troppe volte interrotto anche per motivi futili, verso l'armonia della vita comunitaria. Apriamo dunque il cuore a Cristo!
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