LA CHIAVE DELLA SOLIDARIETA’
La liturgia si rivolge al Signore Gesù e ci fa pregare così: “O chiave di Davide e scettro della casa d'Israele, che apri e nessuno chiude; chiudi e nessuno apre: vieni e strappa dal carcere l'uomo prigioniero che giace nelle tenebre e nell'ombra della morte”.
Perché si dice che Gesù è la “chiave di Davide”? Ecco: presso gli antichi, in Egitto e in Israele, la chiave della stanza del tesoro era tenuta da un uomo di fiducia del re ed era tanto grande che si doveva portare sulla spalla. Gesù, discendente del Re Davide, è la chiave della stanza del tesoro, cioè del regno dei Cieli. Per mezzo di Lui possiamo avere accesso al Padre e per questo lo invochiamo con fiducia nel tempo di
Avvento. D’altro canto Lui solo può aprire la porta del nostro cuore introducendoci nel cammino della SOLIDARIETA’
E’ questo atteggiamento, dopo l’Accoglienza, che siamo chiamati a vivere nella prossima settimana. La mano tesa con la serratura disegnata sul palmo rappresenta proprio questo.
Solidarietà significa aprire il cuore e le mani aiutando concretamente, attraverso le numerose opere organizzate dalla Chiesa o dagli ambienti e associazioni ad essa collegati.
Solidarietà è assistere gli ammalati e gli anziani (anche quelli non appartenenti alla nostra famiglia) e sopportare i loro caratteri spesso difficili e scontrosi, comprendendo che chi sta male, o non è più autosufficiente, porta con sé il pesante fardello della sofferenza, per cui va compreso e aiutato senza esitazione o timore alcuno.
La mano tesa significa disponibilità a sollevare chi è in difficoltà, come il Cireneo che aiutò Gesù Cristo, sulla via del Calvario, a portare la croce. Ognuno di noi ha vissuto momenti in cui ha avuto bisogno di aiuto. Ripensiamo a quei momenti, e non esistiamo a porgere la nostra mano a chi vive periodi anche ben più difficili, aiutandoli con la nostra presenza, il nostro conforto e le nostre azioni concrete, anche e soprattutto nelle piccole esigenze quotidiane. Questa domenica è presente la FASM (Associazione Famiglie Salute Mentale) che ci sollecita in questo senso: essere “mano tesa” e “luce”.
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La liturgia si rivolge al Signore Gesù e ci fa pregare così: “O chiave di Davide e scettro della casa d'Israele, che apri e nessuno chiude; chiudi e nessuno apre: vieni e strappa dal carcere l'uomo prigioniero che giace nelle tenebre e nell'ombra della morte”.
Perché si dice che Gesù è la “chiave di Davide”? Ecco: presso gli antichi, in Egitto e in Israele, la chiave della stanza del tesoro era tenuta da un uomo di fiducia del re ed era tanto grande che si doveva portare sulla spalla. Gesù, discendente del Re Davide, è la chiave della stanza del tesoro, cioè del regno dei Cieli. Per mezzo di Lui possiamo avere accesso al Padre e per questo lo invochiamo con fiducia nel tempo di
Avvento. D’altro canto Lui solo può aprire la porta del nostro cuore introducendoci nel cammino della SOLIDARIETA’
E’ questo atteggiamento, dopo l’Accoglienza, che siamo chiamati a vivere nella prossima settimana. La mano tesa con la serratura disegnata sul palmo rappresenta proprio questo.
Solidarietà significa aprire il cuore e le mani aiutando concretamente, attraverso le numerose opere organizzate dalla Chiesa o dagli ambienti e associazioni ad essa collegati.
Solidarietà è assistere gli ammalati e gli anziani (anche quelli non appartenenti alla nostra famiglia) e sopportare i loro caratteri spesso difficili e scontrosi, comprendendo che chi sta male, o non è più autosufficiente, porta con sé il pesante fardello della sofferenza, per cui va compreso e aiutato senza esitazione o timore alcuno.
La mano tesa significa disponibilità a sollevare chi è in difficoltà, come il Cireneo che aiutò Gesù Cristo, sulla via del Calvario, a portare la croce. Ognuno di noi ha vissuto momenti in cui ha avuto bisogno di aiuto. Ripensiamo a quei momenti, e non esistiamo a porgere la nostra mano a chi vive periodi anche ben più difficili, aiutandoli con la nostra presenza, il nostro conforto e le nostre azioni concrete, anche e soprattutto nelle piccole esigenze quotidiane. Questa domenica è presente la FASM (Associazione Famiglie Salute Mentale) che ci sollecita in questo senso: essere “mano tesa” e “luce”.
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