La nostra esistenza è un susseguirsi di azioni e comportamenti che conducono a ricercare altre persone per
vivere relazioni e creare legami. Diverse sono le motivazioni: paura, amore, ricerca di sicurezza, dono di sé: resta comunque il fatto che non possiamo star da soli. Ci leghiamo ad altre persone — nel bene o nel male — e, con loro, diventiamo un’unica identità che rende possibile realizzare grandi imprese.
Ripensiamo, ad esempio, all’amicizia tra adolescenti che aiuta a superare le paure e guardare al futuro, oppure, all’impegno di amore di un uomo e di una donna per costruire una famiglia; richiamiamo alla mente i grandi condottieri o i santi capaci di cementare l’impegno di uomini e donne per grandi cause; consideriamo l’alleanza e l’unione d’intenti che unisce nazioni e popoli per rendere meno forti i segni di morte nell’umanità… l’aiuto ai colpiti da terremoto. E altro ancora.
Anche il rapporto tra Dio e l’uomo è giocato completamente su questa realtà: una Alleanza che lega indissolubilmente l’uno all’altro tanto da renderli “parenti di sangue” così come è descritto nella brano dell’Esodo di oggi.
Una Alleanza di cui si fa memoria nella Pasqua, ricordata e accolta da una condotta di vita resa stabile dall’osservanza delle “Dieci Parole” dell’Alleanza. Gesù porta a compimento questo progetto di comunione stabile e indissolubile. Porta a compimento la NUOVA ED ETERNA ALLEANZA NEL SUO SANGUE: dona la sua vita perché noi possiamo vivere e donare vita a coloro che vivono accanto a noi.
Celebrare la Solennità del “Corpus Domini” vuol dire richiamare alla mente tutto questo ed anche qualcos’altro di più. Chiama a celebrare il Mistero dell’Eucaristia (la Messa di ogni Domenica) accogliendo la vita di Dio che si riversa nella nostra. Ci dice con forza che l’Eucaristia è il cuore pulsante della vita della Chiesa. E noi vi siamo coinvolti. Non solo come spettatori o ricettori di un dono, ma come alleati coscienti e
consenzienti. Capaci di ringraziare, ma anche di offrire.
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vivere relazioni e creare legami. Diverse sono le motivazioni: paura, amore, ricerca di sicurezza, dono di sé: resta comunque il fatto che non possiamo star da soli. Ci leghiamo ad altre persone — nel bene o nel male — e, con loro, diventiamo un’unica identità che rende possibile realizzare grandi imprese.
Ripensiamo, ad esempio, all’amicizia tra adolescenti che aiuta a superare le paure e guardare al futuro, oppure, all’impegno di amore di un uomo e di una donna per costruire una famiglia; richiamiamo alla mente i grandi condottieri o i santi capaci di cementare l’impegno di uomini e donne per grandi cause; consideriamo l’alleanza e l’unione d’intenti che unisce nazioni e popoli per rendere meno forti i segni di morte nell’umanità… l’aiuto ai colpiti da terremoto. E altro ancora.
Anche il rapporto tra Dio e l’uomo è giocato completamente su questa realtà: una Alleanza che lega indissolubilmente l’uno all’altro tanto da renderli “parenti di sangue” così come è descritto nella brano dell’Esodo di oggi.
Una Alleanza di cui si fa memoria nella Pasqua, ricordata e accolta da una condotta di vita resa stabile dall’osservanza delle “Dieci Parole” dell’Alleanza. Gesù porta a compimento questo progetto di comunione stabile e indissolubile. Porta a compimento la NUOVA ED ETERNA ALLEANZA NEL SUO SANGUE: dona la sua vita perché noi possiamo vivere e donare vita a coloro che vivono accanto a noi.
Celebrare la Solennità del “Corpus Domini” vuol dire richiamare alla mente tutto questo ed anche qualcos’altro di più. Chiama a celebrare il Mistero dell’Eucaristia (la Messa di ogni Domenica) accogliendo la vita di Dio che si riversa nella nostra. Ci dice con forza che l’Eucaristia è il cuore pulsante della vita della Chiesa. E noi vi siamo coinvolti. Non solo come spettatori o ricettori di un dono, ma come alleati coscienti e
consenzienti. Capaci di ringraziare, ma anche di offrire.
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