"In cammino" in prima pagina questa settimana.

"GIOIRE. PERCHE’?"
In questi giorni, incontrandoci in mezzo alle luci incrociando le persone per strada, sentiamo risuonarei n maniera più o meno affrettata una parola ricorrente: “Auguri!”.
Cosa vuol dire scambiarsi gli auguri? Quale ne è il motivo?
Ce lo ricorda S. Paolo in questa domenica: “Rallegratevi..il Signore è vicino!”
La gioia cristiana nasce dalla consapevolezza di poter vivere l’esperienza della vicinanza di un Dio che si accompagna ad ogni uomo e ad ogni donna, in qualunque situazione esistenziale. Ogni giorno, colui che si fa discepolo del Signore, può riconoscere in maniera nuova Cristo, Colui al quale ha dato adesione di fede.
Colui che continuamente chiede di essere riconosciuto ed accolto. Ogni domenica, l’annuncio evangelico offre risonanze nuove per ciascuno; ogni domenica comprendiamo che parole come fede, conversione, sequela, peccato non sono vuote ripetizioni, ma chiedono la risposta di una vita che si confronta con la liberazione e la salvezza comunicate dal Signore.
La gioia cristiana dunque riempie la vita. Non è realtà chiassosa e festaiola; nasce dal vivere l’intimità con la Vita donata in pienezza, è consapevolezza dell’essere stati invitati al banchetto dello Sposo e per questo motivo reso, ciascuno di noi, capace di annunziare: “Ecco lo Sposo! Andategli incontro!”.
La gioia cristiana è tale perché ci spinge a completare, “oggi”, quanto è stato annunciato nelle Scritture.
Il Regno di Dio che viene ha bisogno “oggi” di nuovi Isaia, di nuovi Giovanni Battista; nel tempo grigio dei nostri giorni c’è bisogno di cristiani che non si contentino di “salvarsi l’anima”, che non si limitino a guardare, a “non fare niente di male”.
Un anonimo autore del sec. XVI afferma: “Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per fare il suo lavoro oggi. Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi..."

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