San Paolino è venerato a Lucca come primo vescovo e martire.
Il suo nome però è sconosciuto nel catalogo medioevale dei primi vescovi di Lucca e anche alle fonti agiografiche e liturgiche, fino alla seconda metà del secolo XIII; il culto è strettamente collegato ad una «invenzione», cioè al ritrovamento delle reliquie, avvenuta nella chiesa di S. Antonio, già S. Giorgio in “Pisticoro”, precedente all’attuale basilica dedicata a S. Paolino.
La tradizione dopo aver narrato il martirio di Paolino al tempo di Nerone, ci presenta un presbitero di nome «Antonius» che, vivendo sui monti pisani, si preoccupa di dare degna sepoltura ai martiri. Nei secoli successivi la ricerca e il ritrovamento del sepolcro dell'eremita Antonio porta alla scoperta della lapide con il «titulus» del vescovo Paolino, insieme a quelli di altri.
Il 15 giugno 1261, durante i lavori nell’antica “Cella Sanctorum” di San Giorgio fu rinvenuto un sarcofago paleocristiano, con la figura del Buon Pastore, dentro il quale fu ritrovato il corpo di Paolino Vescovo e le reliquie dei compagni, Severo presbitero, Luca diacono e Teobaldo soldato. Il sarcofago è databile tra il III e il IV secolo d.C.. Il culto del santo aumentò nei secoli successivi e tra il 1515 e il 1536 gli fu edificata l’attuale basilica, su progetto di Baccio da Montelupo, in cui si conserva il sarcofago e l’epigrafe che descrive il ritrovamento delle reliquie dei Protomartiri.
Una stagione ancora più favorevole si conobbe dopo il miracolo di porta S. Donato, del 12 luglio 1664, quando durante la gazzarra per la festa patronale il cannone sparò accidentalmente sulla folla senza causare feriti, come ricorda la lapide posta sul portale d’ingresso della basilica. Celebrare da cristiani la solennità di questo nostro santo patrono è necessario e importante per noi. Come scriveva l’arcivescovo G. Agresti: “San Paolino vuol dire anzitutto annunzio evangelico nelle nostre terre pagato con la vita...
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