"In cammino" in prima pagina questa settimana.

SALE E LUCE PER IL MONDO 

«Voi siete il sale della terra».
Cosa vuol dire? La prima parola chiave, "voi”, impegna chiunque si avvicini a questo brano del vangelo di Matteo. D'istinto vien da dire, leggendolo, "che bello!" perché ci si sente coinvolti, noi fragili creature umane, a partecipare attivamente alla realizzazione del progetto di Dio. 
Noi siamo il sale della terra. Vuol dire che i credenti possono e devono contribuire con il "dare sapore" alla vita propria e degli altri.
Ma come?
I comportamenti debbono corrispondere al nostro essere cristiani, e quindi mostrare la nostra capacità di testimoniare la fede in Cristo Gesù. 
Il "sale" altro non è che il compendio delle tre virtù teologali: fede, speranza e carità. 
Tradotto così, il piccolo granello di sale diventa un enorme e massiccio potenziale esplosivo che può solo portare il bene a tutti.
Consequenziale e  rafforzativa è la seconda frase del brano evangelico: «Voi siete la luce del mondo».
Tutti i presupposti di prima vengono rinforzati con questa affermazione. Siamo chiamati tutti a fare questo, a essere così, a comportarci in questo modo.  
La nostra "fede" sia trasparente e convinta, la nostra "speranza" sia forte e instancabile, la nostra "carità" sia gioiosa e concreta. Siamo elevati al rango di collaboratori di Dio affinché il suo regno si realizzi, a cominciare da qui e da oggi. È questo che ci viene richiesto e. . . tutto sommato ci fa enorme piacere perché ci  stimola a migliorarci e a procedere, con passo spedito e sicuro, verso la meta finale. 
È il contesto familiare il luogo privilegiato dove possono più immediatamente dispiegarsi il "sale e la luce" della testimonianza, attraverso l'impegno dei genitori nei confronti dei più prossimi a  loro che sono i nostri figli.
Un rapporto autentico e sincero con i figli, capace di esprimere autorevolezza più che autorità.

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